La Nuova Sardegna

Caccia, gli ecologisti ricorrono all’Ue

di Chiaramaria Pinna
Caccia, gli ecologisti ricorrono all’Ue

«Manca lo studio delle aree protette, pernice e lepre sono a rischio e il Comitato faunistico prolunga l’orario per sparare»

29 luglio 2012
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SASSARI. La prima giornata di caccia fissata dal calendario venatorio è il 30 settembre, ma gli ambientalisti hanno sparato d’anticipo nel tentativo di farla secca con un ricorso all’Unione europea. Il calendario è stato approvato con un decreto dell’assessore all’Ambiente Giorgio Oppi il 23 luglio scorso dopo qualche ritocco in seguito ad alcune osservazioni, ma finirà ugualmente sulla scrivania della Commissione europea e a quella per le petizioni del parlamento europeo. La denuncia è firmata da Amici della Terra, Enpa, Gruppo d’Intervento giuridico, Lega per l’abolizione della caccia e Wwf. Tutti concordi nel contestare che non sia stata effettuata alcuna valutazione di incidenza ambientale sull’attività venatoria nei siti d’importanza comunitaria (Sic) e nelle zone di protezione speciale (Zps).

In verità i quattro moschettieri hanno anche colto l’occasione per dire a chiare lettere cosa pensano del Comitato faunistico regionale dichiarando: «Non lasceremo nulla d’intentato per scongiurare il vero e proprio massacro di selvaggina deliberato da un Comitato faunistico regionale dominato dalle parti più retrive dell’associazionismo calibro 12». Così ha stigmatizzato Stefano Deliperi del Gruppo di Intervento giuridico annunciando ulteriori ricorsi in sede giudiziaria. Secondo le associazioni il calendario 2012-2013 viola i principi e criteri previsti nella Guida Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) a tutela delle specie selvatiche. «In primo luogo – spiega Deliperi – non viene applicato il necessario principio di precauzione in assenza di censimenti faunistici e di atti di pianificazione faunistica per le specie della cosiddetta selvaggina nobile stanziale a rischio (pernice sarda, lepre sarda), anzi, viene prolungato il periodo di caccia giornaliero con la previsione della giornata intera di caccia, quando sarebbe necessaria la chiusura totale pluriennale per la conservazione delle specie». Il prolungamento dell’orario di caccia era stato introdotto alcuni anni fa. Non perché se ne sentisse l’esigenza, ma per non scontentare i cacciatori che arrivavano dai centri più lontani. Ad esempio, i cagliaritani che scelgono come area di caccia i terreni dell’interno dell’isola. Una mossa che qualcuno aveva subito stigmatizzato come politica, un modo per catturare qualche voto in più alle elezioni successive. Un’idea che comunque non è piaciuta nemmeno a tutti i cacciatori tanto che alcune compagnie, anche lo scorso anno, hanno laciato il fucile appeso al chiodo rendendosi conto che «i pezzi», come loro chiamano la selvaggina, sono sempre meno e devono essere tutelati perchè si riproducano. Infine, il fatto che manchino gli studi delle aree Sic e in quelle Zps, non permette di spezzare nemmeno una lancia a favore della Commissione.

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