La Nuova Sardegna

Entrate, la Camera vota: «Subito i soldi»

di Filippo Peretti
Entrate, la Camera vota: «Subito i soldi»

Un miliardo e 300 milioni all’isola per il periodo 2010-2012. Approvato un ordine del giorno dei deputati sardi del Pd

21 settembre 2012
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CAGLIARI. Il miliardo e 300 milioni di euro arriveranno entro l’anno nelle casse della Regione Sardegna anche senza le lungaggini delle «norme di attuazione». E sarà scongiurato il rischio che i soldi non siano utilizzabili. La Camera, nell’ambito dell’assestamento del bilancio dello Stato, ha infatti approvato sia il trasferimento deciso dal governo centrale per chiudere la partita delle nuove entrate erariali per il periodo 2010-2012, sia un ordine del giorno dei deputati sardi del Pd che impegna Mario Monti a rivedere, a vantaggio dell’isola, il patto di stabilità. «E’ un risultato importante – ha detto Giulio Calvisi, relatore della manovra di assestamento e primo firmatario dell’ordine del giorno – perché fa chiarezza sugli ultimi dubbi che erano rimasti a causa dell’assolita inconcludenza della giunta di Ugo Cappellacci nel rapporto con il governo».

Andiamo con ordine. Nella proposta di assestamento del bilancio il governo ha stanziato, nel capitolo delle nuove entrate della Sardegna, un miliardo e 300 milioni per il pregresso: l’accordo firmato nel 2006 da Romano Prodi e Renato Soru prevedeva che dal 2010 entrassero in vigore nuove norme, norme che però il governo Berlusconi non aveva attuato. Dopo gli interventi di Giorgio Napolitano e la sentenza della Corte costituzionale a favore della Regione, Monti ha inserito i fondi. Ma erano sorti due problemi. Il primo legato alle norme di attuazione dell’accordo del 2006: la giunta Cappellacci aveva scelto questa strada, accogliendo la linea Berlusconi-Tremonti, che non ha portato ancora da nessuna parte. Il secondo problema è quello del patto di stabilità: se il ministero dell’Economia non rivede il «quantum», il nuovo stanziamento non sarà spendibile.

Ecco quindi l’ordine del giorno dei deputati del Pd. Con Calvisi hanno firmato il documento Paolo Fadda, Siro Marrocu, Guido Melis, Arturo Parisi, Caterina Pes e Amalia Schirru.

L’ordine del giorno, approvato dalla Camera, dice innanzitutto che la somma per il pregresso può essere trasferita anche senzal’accordo nilaterale Stato-Regione sulle norme di attuazione, purché queste, intervenendo nel frattempo, non dovessero essere ancora più favorevoli all’isola.

Per il futuro, il documento impegno ad approvare in tempi rapidi le norme di attuazione in modo che il nuovo sistema, entrando finalmente a regime nel 2013, non subisca intralci. Inoltre ci sono i due punti sul patto di stabilità: uno per il pregresso, l’altro per il futuro. Palazzo Chigi dovrà «aprire un tavolo di confronto con la Regione per acquisire elementi per giungere alle necessarie modifiche del patto di stabilità interno coerenti con il nuovo regime di entrate». Infine il testo dei deputati sardi del Pd chiede al governo di «inserire nel bilancio di previsione 2013 stanziamenti adeguati al regime previsto dal nuovo ordinamento finanziario come disposto dall’articolo 8 dello Statuto autonomistico sardo». «Siamo soddisfatti – ha detto Calvisi – perché il governo ha dimostrato attenzione».

L’esponente del Pd ha poi incalzato la giunta regionale: «Non butti a mare questo risultato importante e soprattutto Cappellacci faccia il presidente e non vesta i panni di chi cerca di attribuire a se stesso meriti che non ha, perché in questa vicenda ha fatto danni e accumulato ritardi».

Il deputato Federico Palomba, ha detto che pur apprezzando la «linea di responsabilità» seguita dal governo, ha seguito le indicazioni di voto dell’Idv, schierandosi contro l’intero provvedimento. Il voto contrario è stato annunciato da Palomba alla Camera. «E’ stato l’impegno unitario dei parlamentari e delle forze sociali della Sardegna – ha spiegato – a determinare l’adempimento da parte di Monti dei doverosi impegni dello Stato nei confronti della nostra Regione». Palomba ha poi cdetto: «Il pregresso non era stato mai saldato dal Berlusconi».

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