La Nuova Sardegna

Mazzette, condannato l’ad Lolliri

di Mauro Lissia
Mazzette, condannato l’ad Lolliri

Portoscuso, un anno e 4 mesi al manager: versò 9mila euro all’ex sindaco Puddu

14 novembre 2012
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CAGLIARI. Il potente manager della “Portovesme srl” Carlo Lolliri è colpevole di corruzione per aver versato almeno una mazzetta da novemila euro nelle mani del sindaco Adriano Puddu: l’ha stabilito il gup Giuseppe Pintori, che l’ha condannato a un anno e quattro mesi di carcere a conclusione del giudizio abbreviato. Il verdetto conferma in pieno l’impianto accusatorio del pm Daniele Caria, che il 16 ottobre scorso aveva chiesto per l’amministratore dello stabilimento sulcitano la condanna a due anni. Esce invece assolta perché il fatto non costituisce reato Selena Galizia, l’ex assessore comunale ai servizi sociali di Portoscuso che la Procura accusava di concussione sessuale per aver dirottato i sussidi di povertà sulle giovani donne indicate da Puddu in base alla disponibilità ad assecondare i suoi desideri. Per lei, che era difesa dall’avvocato Guido Manca Bitti, il pm Caria aveva chiesto la condanna a tre anni. La Procura deciderà in base alle motivazioni se ricorrere in appello, mentre il difensore di Lolliri, l’avvocato Massimo Melis, si è dichiarato «senza parole» ed ha annunciato che ci sarà un processo-bis. Ma al di là degli eventuali giudizi di secondo grado la sentenza del giudice Pintori sembra destinata a rafforzare, confermandone la sostanza, le accuse che la Procura rivolge a Puddu. Proprio questa mattina l’ex sindaco si troverà davanti al tribunale per l’udienza in cui verrà trattata la vicenda delle mazzette e di una corruzione che dopo la sentenza di ieri non è più da considerarsi presunta. Mentre sulle vicende a sfondo sessuale contenute nel processo la formula assolutoria della Galizia non smonta la ricostruzione dei fatti ma si limita a considerarne estranea l’ex amministratrice: con ogni probabilità il giudice Pintori non ha riscontrato negli atti del procedimento elementi sufficienti per accertare che la Galizia sapesse degli scambi di favori sessuali tra Puddu e le sue amiche. La sentenza dice che l’assessore si limitava semplicemente a eseguire le disposizioni del sindaco.

Secondo la ricostruzione del nucleo investigativo del Corpo Forestale l'amministratore dello stabilimento metallurgico ha messo nelle mani del sindaco Puddu una mazzetta da novemila euro per convincerlo a togliere i vincoli di uso civico a un'area alla periferia del paese, quella della Sard Invest, dove l'azienda intendeva installare un parco eolico destinato ad alimentare i macchinari della fabbrica. Per l'accusa Lolliri e Puddu erano amici, collaboravano e si muovevano su linee comuni. Puddu agevolava i progetti del manager e in cambio incassava tangenti. L’incontro al centro dell’inchiesta è avvenuto il 31 marzo 2011 negli uffici della Portovesme srl. Ma quel fatto, che il pm ha provato anche con i tabulati telefonici dell'utenza di Puddu, per la difesa è stato smentito da altri testi. Il pm Caria ha comunque sostenuto che quello è stato il faccia a faccia in cui Puddu ha ricevuto la mazzetta, saltata fuori il giorno dopo nel corso di una perquisizione della sua casa: i forestali cercavano armi e hanno trovato i soldi. Diversa la posizione dell'ex assessore comunale ai servizi sociali Selena Galizia: indicata dall’accusa come il canale amministrativo attraverso cui Puddu indirizzava i sussidi di povertà a suo comodo, ha sempre respinto tutte le accuse. In serata Lolliri ha diffuso una nota in cui afferma di ritenere «profondamente ingiusta la condanna» e si dichiara «consapevole di aver agito sempre nella totale integrità etica e nel rispetto di tutte le leggi». Il manager annuncia di non voler «chinare il capo di fronte a una tale sventura» e di avere ancora fiducia nell’operato della magistratura oltre alla «certezza che il tempo dimostrerà che la verità non è quella che oggi appare». La nota si chiude con una citazione di don Orione: «Ave Maria e avanti».

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