La Nuova Sardegna

Ballottaggio ad Assemini, uno scontro generazionale

di Giuseppe Centore
Ballottaggio ad Assemini, uno scontro generazionale

Duello tra Casula (Pd) e Puddu (M5S): novità contro esperienza, entusiasmo contro serenità. Domenica e lunedì alle urne

07 giugno 2013
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INVIATO AD ASSEMINI. Entusiasmo contro serenità. Passione contro ragionamento. Il noviziato contro l’esperienza. La battaglia che domenica e lunedì si gioca su Assemini è la metafora di uno scontro, lecito e pacifico, ben inteso, tra due mondi, due idee della politica, forse anche due generazioni.

Da una parte Mario Puddu, 40 anni, ingegnere, candidato del Movimento 5 stelle che al primo turno ha raggiunto il 23,8 per cento dei voti (molti di meno di quelli avuti dal suo partito alle politiche di febbraio, ma quella era una partita diversa); dall’altra Luciano Casula, storico esponente della sinistra, già Pci e ora Pd, sindaco in due differenti consiliature, nel 1993 e dieci anni dopo. In mezzo un paese alle prese con una crisi occupazionale devastante, che ha subìto negli ultimi anni una paralisi amministrativa profonda soprattutto per le polemiche in casa del Pdl negli anni d’oro presente anche ad Assemini con percentuali bulgare e adesso fermo ad un lusinghiero, per come ha distrutto la sua coalizione, 20 per cento. E forse saranno proprio gli sconfitti, riproducendo uno schema che già a Parma (con il sindaco del M5S Federico Pizzarotti che ha ricevuto anche tanti voti degli elettori del centrodestra) è stato foriero di polemiche, a far pendere la bilancia da una parte o dall’altra. Ma la periferia di Cagliari non è tra gli Appennini e la pianura Padana e quello schema qui non è automaticamente riproducibile. I due contendenti dovranno cercarsi i voti uno a uno, pescando soprattutto nell’ampio bacino degli astensionisti, che al primo turno hanno raggiunto il 45 per cento. Puddu e Casula sono divisi da due punti di percentuale: conquistare anche solo il 10 per cento dei non votanti al primo turno vuol dire assicurarsi la vittoria. E così, vuoi perchè le tasche sono vuote vuoi per la dimensione locale, il tradizionale porta a porta, i “santini”, e al massimo qualche puntata sul web rappresentano le armi che i duellanti hanno scelto per la sfida finale. Li vedi, a distanza di pochi minuti, nelle vie centrali del paese, tra i commercianti, nei bar. Sfida locale, con Casula che conosce praticamente tutti, e Puddu che rincorre, anche percentualmente, senza affanno.

L’esperto. Casula vive il paese da sempre, lo ha amministrato per dieci anni, ha strappato la leadership alle primarie del Pd, con una vittoria schiacciante, vede adesso uno scollamento, un impoverimento ai suoi tempi, quando le industrie “tiravano” e esisteva ancora il lavoro nei campi, impensabile. «Assemini è ridotto così non per la cattiva politica, ma per il fallimento dei politici che lo hanno amministrato. Noi non promettiamo miracoli, ma un lavoro costante per aprire il paese all’hinterland, con più servizi soprattutto per anziani; non sarà facile, ma qualcuno ci dovrà pur provare». La lista dei desideri è lunga: è ridotta invece la capienza della sporta finanziaria.

Il neofita. «Nessuna promessa personale, ma dialogo continuo. Già sin qui è stata una esperienza straordinaria, con un movimento che fa del servizio e del disinteresse il primo valore». Puddu, ingegnere civile, è nato e vive ad Assemini: nessuna esperienza associativa, solo 15 anni con il “coro Campidano”. Gira per il paese con la sua bici, «ma l’avrei fatto comunque», e parla di «decrescita felice, di riduzione dellaTarsu, di aree pedonabili e di una guerra ai grandi centri commerciali, «per riscoprire il valore della botteghetta». Programma ambizioso per un territorio che ha ancora sanguinanti le cicatrici del fallimento del sogno cosiddetto industriale, con Assemini che riforniva solo di braccia le industrie della filiera del petrolio.

I progetti. Messi in fila l’un l’altro sembra che Assemini sia quasi all’anno zero. Per fortuna non è così. Quello che sicuramente manca, e che i due contendenti hanno evidenziato, è un paese ordinato, ben collegato al centro capoluogo, con un centro storico riconoscibile e vivibile, con un sistema viario che non strozzi il centro, con servizi nelle troppe aree periferiche, con spazi sportivi decenti, con una “visibilità” che lo porti a essere di nuovo unico per storia e cultura, tra i centri vicini. Chiunque vinca avrà un compito arduo. Ed è il destino che accomuna i duellanti agli antipodi.

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