La Nuova Sardegna

«Giù le mani dai casotti di Putzu Idu»

di Claudio Zoccheddu
«Giù le mani dai casotti di Putzu Idu»

Lo scrittore Stefano Benni e il regista Erik Gandini si schierano per la difesa dei baretti del litorale

27 giugno 2013
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SAN VERO MILIS. Dal Bar Sport a quello di Mandriola. Stefano Benni e Erik Gandini, regista di Videocracy, hanno scelto un bar della borgata per uscire dall’anonimato delle ferie assumendo il ruolo di testimonial di una protesta che attraversa il lungomare tra Putzu Idu e Mandriola, due località del comune di San Vero Milis che sono finite nell’occhio del ciclone a causa della momentanea chiusura dei servizi turistici.

Dopo l’approvazione del Piano di utilizzo dei litorali (Pul), non sono state rinnovate le concessioni per i chioschi della marina. Risultato: alla fine di giugno è quasi tutto chiuso. E dire che sarebbe bastato sfruttare il rinvio dei termini per l’approvazione del Pul – proposto dalla Regione – per risolvere ogni problema, almeno per quest’estate. Un’idea che non ha sfiorato l’amministrazione comunale che, il 4 aprile, è stata tra le prime in Sardegna ad approvare lo strumento urbanistico mettendo in crisi gli affari degli imprenditori e disorientando i turisti.

«Non abbiamo intenzione di accusare nessuno e preferiamo mantenerci su toni pacati ma qualcuno ci deve spiegare cosa sta accadendo», hanno detto i due chiedendo lumi in qualità di semplici turisti che da trent’anni, Benni, e da sedici, Gandini, tutte le estati fanno le ferie a ridosso di Capo Mannu. «Adoro questa zona, che reputo tra le più belle e selvagge della Sardegna, ma mi preoccupo per i miei amici. Alcuni di loro dicono di non voler più tornare a Putzu Idu perché mancano i servizi. Si rischia di veder morire un posto fantastico per una sciocchezza e sembra che si faccia di tutto per far scappare i turisti. Proprio loro che dovrebbero essere una risorsa anche per località che, per fortuna, non ha le ambizioni della Costa Smeralda», ha detto ieri Stefano Benni. Ovviamente, i due amici si sono informati e conoscono gran parte della questione, perlomeno quello che è dato sapere: «Sono del parere che anche i turisti debbano sapere. Io ci ho provato autonomamente sul sito del Comune ma non ne ho cavato piede. Ho sentito parlare di un progetto di rinaturalizzazione del lungomare e l’idea mi sembra buona ma vorremmo saperne di più», ha detto Gandini che, da italo-svedese, ha raccontato come stia prendendo piede una nuova forma di turismo molto in voga nei paesi del nord, «i giovani svedesi girano l’Europa in bicicletta. San Vero Milis potrebbe essere una tappa ideale: è un posto bellissimo e a misura di bici. Certo, però, l’atmosfera inquietante che si respira davanti a questa serrata non è un buon biglietto da visita». Dunque, in soccorso delle attività di servizio sono arrivati due volti noti, merce abbastanza rara per l’oristanese, che hanno messo a repentaglio la propria privacy per fare da cassa di risonanza a una protesta che lamenta, oltre ai mancati guadagni, la perdita di circa 130 lavoratori stagionali che quest’anno sono rimasti al palo. Come l’intera stagione turistica.

Per il momento, Benni e Gandini si sono limitati a fare quattro chiacchiere al bar ma non è detto che la penna dell’uno e la videocamera dell’altro non entrino in funzione per provare a tutelare il paradiso delle loro vacanze. A meno che l’intervento delle due celebrità non riesca a smuovere la sensibilità degli amministratori.

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