La Nuova Sardegna

Imprenditore spagnolo offre 400 milioni per Villa Certosa

di Luca Rojch
Imprenditore spagnolo offre 400 milioni per Villa Certosa

Il quotidiano iberico Abc annuncia la vendita della residenza sarda di Silvio Berlusconi. Smentita da Palazzo Grazioli

19 agosto 2013
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PORTO ROTONDO. Villa Certosa venduta agli spagnoli. Olè. Anzi no. Dura meno di un pomeriggio la certezza granitica che il Cavaliere si sia disfatto del suo gioiello più caro. Dello specchio della sua personalità vulcanica. Addio all’impero di verde e mattoni a metà tra la reggia di Versailles ed Eurodisney. All’anfiteatro, al finto vulcano, al tunnel sottomarino, ai weekend tutti relax e Topolanek. Silvio Berlusconi ha venduto il suo paese dei balocchi con vista sul mare a un anonimo milionario spagnolo. Un magnate di Madrid, che alla faccia della crisi che affama la Spagna, avrebbe staccato un assegno da 400 milioni di euro per villa Certosa. Che in tempi di crisi del mattone non è da buttare. Ma la notizia che rimbalza dalla Spagna, dal quotidiano Abc, monarchico e di destra, e ripresa dal sito Elplural.com, viene smentita alla velocità della luce da un comunicato arrivato da Palazzo Grazioli. «Non c’è nessuna vendita, nessuna trattativa è in corso – riporta il comunicato –. La voce relativa a una cessione da parte del presidente Silvio Berlusconi di Villa Certosa è priva di ogni e qualsiasi fondamento».

Il quotidiano spagnolo riporta le dichiarazioni di un fumoso e anonimo personaggio vicino ai negoziatori, giusto per dare un po’ di mistero e fascino internazionale in più. «Silvio non vuole vendere Villa Certosa per meno di 400 milioni di euro, anche se si è detto disposto ad abbassare il prezzo. Una famiglia di Madrid molto importante tratta per l’acquisto e ha solo bisogno di fissare il prezzo. Credo che alla fine sarà sui 380 o 400 milioni, comunque non meno di 380».

Il giornale di Madrid sostiene che a chiudere l’affare sarebbe la Proto Organization. La società, con sede a Londra, di proprietà di Alessandro Proto. Rampante finanziere di 39 anni candidato alle quasi primarie del Pdl, finito anche in manette nel febbraio del 2013 per manipolazione del mercato, ostacolo alle attività degli organi di vigilanza e truffa. Il processo contro di lui si aprirà a settembre. Proto ha conquistato le prime pagine dei giornali quando aveva annunciato di avere acquistato per conto di anonimi investitori brasiliani, indiani e americani il 3 per cento di Rcs. Poi una serie di altre operazioni di mercato sempre per conto di altri investitori che non si sono mai concretizzate. Dall’offerta di 150 milioni di euro per l’acquisto di La 7, proposta che non è stata neanche presa in considerazione dall’advisor che gestiva la vendita. Al tentativo di entrare nel pianeta delle grandi banche, da Unicredit a Mediobanca. Fino alle mediazioni immobiliari, sempre per conto terzi. Fino ai guai con la giustizia.

Non è la prima volta che Villa Certosa sembra a un passo dalla vendita. A dire il vero è una specie di appuntamento fisso di ogni estate. A settembre del 2012 sembrava fatta. C’era la fila di acquirenti dall’assegno facile. Tutti con 450 milioni di euro già pronti per assicurarsi i 120 ettari di terreno e i 4mila metri quadri di villa. A contendersi il paradiso privato del Cavaliere c’erano due magnati russi, uno dei quali vicinissimo al premier Vladimir Putin, un emiro che galleggia su una fortuna fatta di petrolio, un principe arabo e l’immancabile uomo d’affari londinese pronto ad assicurarsi il prestigioso immobile. Ma nessuno di loro è riuscito a portare a casa l’affarone. Nell’ottobre del 2012 un altro annuncio roboante. Villa Certosa venduta per 470 milioni di euro. A dare robustezza alla notizia la firma di un preliminare di vendita all’estero. E anche i dettagli sull’identità dell’acquirente, un politico-magnate alla guida di una delle repubbliche ex Urss. E la certezza della conclusione della trattativa. Entro novembre. Ma alla fine di agosto del 2013 Villa Certosa è sempre nelle mani del Cavaliere che ha plasmato il suo eremo pezzo dopo pezzo e in realtà non sembra troppo intenzionato a privarsi del suo paradiso privato.

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