La Nuova Sardegna

Una scienziata di nome Eva Mameli Calvino

Pasquale Porcu
Una scienziata di nome Eva Mameli Calvino

La mamma di Italo nata a Sassari nel 1885: giovedì un convegno e una mostra di storici libri di botanica all’università

22 ottobre 2013
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SASSARI. Si chiamava Eva Mameli ma molti la conoscevano come la mamma di Italo Calvino. Alla figura di questa donna straordinaria, nata a Sassari nel 1885, il Garden Club di Sassari ha voluto dedicare un convegno che renda omaggio “a una pioniera della cultura scientifica del suo tempo, grande sperimentatrice, grande botanica”.

La giornata di studio si terrà giovedì 24 ottobre alle 9,30 nella sala di lettura dell’università di Sassari, in piazza università. Il giorno prima, mercoledì alle 10 verrà scoperta una targa nella casa natale di Eva Mameli, in via Turritana 74, alle spalle del Duomo.

La giornata di studio, moderata dallo storico Alessandro Ponzeletti, si aprirà alle 9,30 col saluto delle autorità. Alle 10,40 la relazione della docente di Floricoltura all’università di Torino Elena Accati (“Un esempio di donna dotata di straordinario talento per la ricerca”). Alle 11,20 parlerà Lina Aresu, docente di Filosofia al licei di Chiavari (“Le origini lanuseine di Evelina Mameli Calvino”). Dopo il coffee break, alle 13, la relazione di Annalena Cogoni che parlerà dell’attività scientifica della Mameli nella università di Cagliari dove la futura signora Calvino si era laureata nel 1905. Ignazio Camarda parlerà, invece, di “Donne, streghe e botanica”. Ultima relazione, alle 14,30, quella di Pietro Corda, dell’università di Sassari sull’attività scientifica di Eva Mameli, pioniera della micologia in Sardegna.

In occasione del convegno la Biblioteca Universitaria di Sassari ha allestito una mostra dal titolo “Giardini di carta. Libri di botanica della Biblioteca Universitaria di Sassari (sec. XV- XX)”.

La mostra, che rimarrà aperta 15 giorni, si apre con un incunabolo del 1479 della “Naturalis Historia” di Plinio per i tipi dello stampatore parmense Michele Manzolo.

Sono presenti le opere di Remebert Dodoens del 1569, ornata da tavole di piante annuali erbacee e perenni e bulbose rare. L'opera di Pedacio Dioscoride medico e botanico a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, il “ De Materia Medica” rimase in uso fino al XVII secolo. Ancora De Materia Medica di Pietro Andrea Mattioli il più noto testo botanico farmaceutico del XVI secolo.

“L'Encyclopedie ou Dictionnaire di Diderot e D'Alembert”, edizione di Livorno del 1770. Stampata grazie all'appoggio del Gran Duca Pietro Leopoldo.L'opera molto rara di Fabio Colonna Phytobasanos del 1744, che stampò a sue spese. Il costo del volume provocò il dissesto delle sue finanze, anche perché, invece delle incisioni in legno, volle preparare 35 incisioni in rame raffigurante piante e fiori usate per la prima volta per un simile scopo. E poi “La Pharmacopoea sardoa “di Giacomo Giuseppe Paglietti del 1773, una delle prime farmacopee pubblicate negli stati italiani.

L'opera “Flora sardoa” di Giuseppe Giacinto Moris del 1837-1859 in tre volumi, il terzo corredato da 111 tavole realizzate su disegni di Maria Maddalena Lisa Mussino, disegnatrice presso l'orto botanico torinese.

Sono in mostra le opere principali di Eva Mameli Calvino Sulla possibile industria delle piante medicinali in Sardegna, Azione di sostanza rizogene su piante da fiore, in Sardegna fiori come in Liguria. Varietà. Infine le opere che riguardano l'orto botanico di Sassari e quello di Cagliari e alcune opere dei suoi maestri.

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