La Nuova Sardegna

Tazenda, tra Mogol e i Modà

di Walter Porcedda
Tazenda, tra Mogol e i Modà

Esce il nuovo singolo “Il respiro del silenzio”: ospite Kekko Silvestre

08 novembre 2013
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La nuova vita dei Tazenda riparte da “Il respiro del silenzio”, singolo a rotazione da oggi sulle radio d’Italia e in vendita su iTunes. Un brano costruito attorno a una melodia semplice ma accattivante che ha tutte le carte in regola per non passare inosservato, ed è segno anche dell’ultima evoluzione della band più amata della Sardegna. Sui binari di un pop rock, di fresca contemporeaneità, senza perdere al fondo la passione etnica, marchio di fabbrica della formazione.

Intanto questo è il primo prodotto della collaborazione – anticipata tempo fa dal nostro giornale – dei Tazenda con il paroliere Mogol che nell’album in uscita il prossimo anno conterà altri episodi. Segna poi l’esordio del nuovo Tazenda, cioè Nicola Nite che ha preso il posto di Beppe Dettori accanto a Gigi Camedda e Gino Marielli. Infine, e questa è una vera sospresa, il pezzo vede nelle vesti di ospite e protagonista niente meno che il vocalist e leader dei Modà, Kekko Silvestre. Insomma i cambiamenti ci sono ed evidenti, rispetto al passato.

«Il brano “Il respiro del silenzio” – racconta Gino Marielli – è nato come pezzo chitarra e voce, un po’ alla Simon e Garfunkel. L’abbiamo tenuto per molto tempo in mano provando diverse versioni e arrangiamenti. Sino a trasformarlo in quello che è l’attuale e definitiva stesura. Di tradizionale restano le atmosfere degli esordi, vedi ad esempio “Nidu silenziosu” , la cover che faceva Andrea di “Sound of Silence”. C’è un po’ di coralità, anzi molte voci. Quella di Nicola è bella, corposa e potente. Qui non si sente certo lo stacco che poteva esserci che so tra un Eros e Beppe però Nite e Kekko duettano bene e si intrecciano con le nostre voci, la mia e di Gigi».

«L’incontro con Kekko? Il cantante dei Modà ha composto un brano, “Cuore e vento”, molto bello e dedicato alla Sardegna, che finirà nel loro nuovo album. Noi ne abbiamo curato l’arrangiamento e a Milano ci siamo incontrati nello stesso studio. Mentre provavamo la nostra canzone è nata l’idea di far cantare Kekko che ha aderito subito con entusiasmo. Così l’abbiamo fatto cantare anche in sardo.In origine avevo scritto un testo diverso che Mogol – aggiunge sorridendo – ha però deciso di asfaltare, lasciando per delicatezza alcune frasi. Infine ho inserito una strofa in lingua sarda rendendolo nostro».

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