La Nuova Sardegna

la campagna

Il lato popolare del professore

Sceglie un look informale e dà grande spazio ai social network

20 gennaio 2014
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ORISTANO. L’aria professorale è rimasta appesa dentro l’armadio, con la cravatta e l’abito blu. Il Francesco Pigliaru candidato sceglie jeans, una camicia bianca e una giacca sportiva per il suo assalto al teatro Garau. Arriva a piedi accompagnato solo dal coordinatore della segreteria regionale Franco Marras. Fuori dal teatro c’è già la folla. L’applauso lo coglie quasi di sorpresa. I militanti, bandiere al vento, lo hanno già promosso a icona sacra della rinascita del centrosinistra. Pigliaru cerca di resistere all’onda di affetto che lo travolge. Lo fermano, lo toccano. Un elettore si fa avanti con la mano tesa e senza nessuna scaramanzia lo acclama. «Benvenuto presidente». Lui sorride. Una donna, non giovanissima, capelli bianchi, gli stringe le spalle e lo bacia sulle guance. «Lei è bellissimo». Poi le presenta la nipote. Il rito si ripete. Pigliaru non fa una piega. Si immerge nella corrente della folla, per il suo bagno mediatico.

L’impaccio dei primi giorni sembra superato. Il timore che il suo spirito più apollineo che dionisiaco venisse visto come una sorta di freddezza nei confronti del popolo del centrosinistra non c’è.

Pigliaru domina il palco. Rimane da solo. Davanti a sé un leggio, alle spalle un mega schermo e la luce puntata su di sé che catalizza l’attenzione. Pigliaru riesce nel miracolo di far percepire che c’è qualcosa di diverso nel centrosinistra. Grafica accattivante. Messaggi brevi, efficaci, quasi pubblicitari. Tanto spazio ai social network Twitter, Facebook, Instragram, che raccontano in tempo reale la campagna elettorale.

Parole semplici per spiegare idee complesse e programmi strutturati. Sul palco non più di 50 minuti di monologo. Soglia umana di sopportazione di un discorso politico. Finisce in trionfo. Gli applausi travolgono il teatro pieno come una bomboniera. Ma parte un altro assalto. Pigliaru scende dal palco, e finisce incastrato tra due file di poltroncine. Davanti a lui si forma una coda lunghissima. Ci sono almeno 50 persone. Tutti vogliono parlare con il candidato. Paziente ascolta e risponde a ognuno di loro. Fa il pieno di carezze, strette di mano del popolo del centrosinistra che ha scoperto il lato umano del professore. (l.roj)

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