La Nuova Sardegna

ipotizzato un riassetto di norme nelle campagne

Edilizia, riforme dell’ultimora

di Pier Giorgio Pinna
Edilizia, riforme dell’ultimora

Due disegni di legge della giunta per ora impossibili da approvare

29 gennaio 2014
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SASSARI. C'è una proposta per il riassetto delle norme sull'edilizia nelle campagne destinata a restare lettera morta. Anzi, ce n’è più d’una. Dopo una delibera "cumulativa" approvata alla vigilia di Capodanno dalla giunta Cappellacci, il 10 gennaio in Consiglio l'assessore Rassu l'ha scorporata in due disegni di legge. La materia riprende temi del Pps impugnato dal governo. Ma ogni attività in aula è di fatto cessata: prima delle elezioni del 16 febbraio, i provvedimenti non potranno neppure venire illustrati.

Perché allora questo deposito? La spiegazione del proponente, responsabile dell'Urbanistica, è questa: «Abbiamo sempre perseguito obiettivi di tutela del territorio e creazione di vie per lo sviluppo sostenibile attraverso buone pratiche, e operato per sostenere le amministrazioni locali nella pianificazione. A fianco della revisione del Ppr si è così voluta delineare una riforma utile a una migliore pianificazione e a sostenere lo snellimento della burocrazia».

Altri danno una interpretazione differente. Senza entrare più di tanto nel merito degli articoli, c'è chi pensa a una continuità rispetto allo stravolgimento del Piano paesaggistico targato Soru. Mentre altri ancora considerano l'intera faccenda una manovra preelettorale per dimostrare l'attivismo dell'esecutivo in questa direzione.

Chiarisce però l'assessore Rassu: «I due distinti disegni rispondono all’idea di una organica revisione-aggiornamento delle principali leggi che offra ai Comuni, ai professionisti e ai cittadini un “articolato normativo” finalizzato alla semplificazione».«Solo con una risposta ai bisogni espressi sul territorio – conclude – si può operare in concreto nella direzione del rispetto delle bellezze paesaggistiche, della certezza del diritto e della sponsorizzazione di buone pratiche edilizie».

Ma nello stesso centrodestra c’è chi ricorda che sull’iniziativa non c'è stata neanche in coalizione «un'opera minima di divulgazione-conoscenza». E qualcuno nella migliore delle ipotesi non esita perciò a considerarla come un tentativo di «portarsi avanti con il lavoro in vista della prossima legislatura». Una possibilità che non è detto vada in porto con gli stessi attori e la stessa impostazione originaria.

Ancora più scettici diversi esponenti del centrosinistra. Dice fra gli altri il vicepresidente del Consiglio Mario Bruno, Pd: «Mi sembra si voglia cercare d'introdurre in extremis una semplificazione di procedure alla quale Cappellacci avrebbe dovuto pensare prima, non nel dicembre 2013». «E sorvoliamo sul concetto inaccettabile di deregolamentare, più che di snellire, che ha contraddistinto l'azione della giunta – osserva ancora Bruno – Per il resto vedo bollicine da campagna elettorale. Cappellacci sa benissimo che la norma non può essere approvata: è solo la politica degli annunci e degli slogan praticata in questi cinque anni».

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