La Nuova Sardegna

ieri un altro rinvio

Abbanoa, assemblea il 14 aprile

 Abbanoa, assemblea il 14 aprile

L’assessore Maninchedda: «Bisogna cambiare molte cose»

20 marzo 2014
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CAGLIARI. Abbanoa va avanti a forza di rinvii: l’assemblea convocata ieri al Cesar’s hotel è stata aggiornata al 14 aprile, quando il tribunale di Nuoro dovrebbe essersi espresso sull’istanza di fallimento presentata dal pm Andrea Schirra e la giunta regionale avrà affrontato il problema della società che gestisce il servizio idrico in Sardegna, gravata da un indebitamento di oltre 900 milioni e da un’inchiesta giudiziaria per peculato, abuso d’ufficio e falso che minaccia di provocare un terremoto.

L’appuntamento di ieri è durato meno di un’ora, il tempo di espletare le formalità e di concordare la data del prossimo incontro coi soci. E’ stato ribadito che la terza parte della relazione di Deloitte & Touche sullo stato finanziario della società, disposta dall’Autorità d’ambito, è pronta. Ma ancora non è stata distribuita a chi ha diritto di consultarla. L’attende anche il pm Giangiacomo Pilia e soprattutto il consulente d’ufficio Giuseppe Aste, dalla cui relazione dipendono i prossimi passaggi dell’inchiesta giudiziaria. Intanto si registra un intervento (il titolo è: «Ma il cielo è sempre più nero») del nuovo assessore regionale ai Lavori pubblici Paolo Maninchedda, che dovrà occuparsi delle vicende di Abbanoa.

Nel suo blog Sardegna e Libertà l’esponente del partito dei Sardi scrive, riferendosi alla società amministrata da Carlo Marconi, di «tariffe che invecchiano, gente che lavora troppo e gente che non lavora, gente che paga l’acqua e gente che non la paga o non l’ha mai pagata, contatori veri e contatori farlocchi, soldi che giacciono in attesa della fine della rissa, banche ferme, legislazioni che intrecciano reciproche competenze in una matassa inestricabile». Per Maninchedda «la vicenda Abbanoa è lo specchio di ciò che sta accadendo nelle istituzioni della Sardegna, si è completamente persa la coscienza di appartenere a una stessa storia, a uno stesso Stato, il nostro Stato. Riprendere ad avere una visione coordinata del problema, riprendere a fare ognuno la propria parte, riprendere a concorrere alla soluzioni, dialogare e non confliggere, è già metà dell’opera. Bisogna cambiare molte cose e in tempi molto rapidi, lo faremo con molta determinazione, senza annunci prima degli eventi e rispettando molto le persone, ma è più difficile farlo in un clima di conflitto permanente. Lo sforzo di emersione delle responsabilità e di focalizzazione e realizzazione della soluzione dei problemi che stiamo facendo, richiede un forte impegno di coesione da parte delle istituzioni coinvolte. Il conflitto interno è un lusso che la Sardegna non può permettersi: costa troppo». (m.l)

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