La Nuova Sardegna

Turbativa d’asta, indagato Zuncheddu

di Mauro Lissia
Turbativa d’asta, indagato Zuncheddu

Gara falsata per la sede della società regionale? Perquisite l’Immobiliare Europea e l’editoriale Unione Sarda: 7 sott’inchiesta

21 marzo 2014
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CAGLIARI. Sei offerte per l’affitto della nuova sede di Sardegna.it, la società in house della Regione che si occupa di servizi informatici: una, forse due indipendenti. Le altre per la Procura tutte ricollegabili al gruppo Zuncheddu, che il 23 settembre 2011 ha vinto a mani basse la selezione come Immobiliare Europea e si è aggiudicata un canone di 496mila euro all’anno per sei anni, contratto rinnovabile per altri sei.

Fiamme Gialle. Partita ad aprile dell’anno scorso dai servizi giornalistici della Nuova Sardegna e di Sardinia Post, l’inchiesta giudiziaria su quell’assegnazione in odore di combine è esplosa d’improvviso ieri mattina, quando gli uomini del nucleo di polizia tributaria e della sezione di polizia giudiziaria delle Fiamme Gialle si sono presentati alla sede di Sardegna.it, in piazza Unione Sarda, e negli uffici dell’Immobiliare Europea e della società editrice L’Unione Sarda, per notificare un decreto di perquisizione firmato dal pm Gaetano Porcu.

Computer e documenti. Pochi minuti e la notizia ha fatto il giro della città mentre i finanzieri bussavano alle porte di sette appartamenti privati, quelli delle persone indagate con l’accusa di turbativa d’asta: per il fronte Unione Sarda-Immobiliare Europea l’editore Sergio Zuncheddu, il vicepresidente Carlo Ignazio Fantola, il cognato dell’imprenditore Davide Piccioni e l’amministratore delegato dell’Unione Sarda Piervincenzo Podda. Per Sardegna.it l’ex presidente Franco Magi, l’attuale amministratore unico Marcello Barone e il consigliere di amministrazione Natale Ditel, avvocato vicinissimo a Ugo Cappellacci e attuale commissario del Cacip. L’intervento era ancora in corso a tarda sera, i militari al comando del colonnello Nicola De Benedictis hanno messo insieme un mucchio di materiale d’indagine che nelle prossime ore sarà esaminato: il contenuto di computer, atti e documenti, contratti, tutto quanto possa servire a ricostruire la storia piuttosto singolare di un’operazione che la giunta Cappellacci ha avallato senza batter ciglio con la delibera 39/27 del 23 settembre 2011 sul presupposto che Sardegna.it avesse davvero necessità urgente per i propri 150 dipendenti di una sede operativa più spaziosa di quella fin’allora occupata in via San Simone.

Le offerte. Vero o no, la Procura intende stabilire se la procedura di selezione seguita dal Cda sia legittima e se qualcuno sia stato favorito. Per adesso la certezza è che l’imprenditore Zuncheddu ha partecipato in più vesti: come Immobiliare Europea e come Unione Sarda editoriale, secondo la Procura anche con altre società ricollegabili al suo gruppo. Comunque sia, è stata la compagine immobiliare a stravincere la gara, grazie a criteri che appaiono almeno sospetti: 98,16 punti su un massimo di 100, grazie alla perfetta rispondenza dell’offerta alle esigenze di Sardegna.it, che aveva bisogno di locali per 2200 metri quadri e all’edificio E del complesso immobiliare di piazza Unione Sarda ne ha occupato 2330. La Procura ha deciso di indagare proprio perché i criteri di selezione delle offerte sembrano calzare come un guanto sull’offerta di Zuncheddu, ma l’ipotesi di turbativa d’asta - che al momento è soltanto un’ipotesi di partenza - indica con chiarezza qual è il profilo investigativo: qualcuno potrebbe aver indirizzato la scelta della sede, imponendo criteri di selezione elaborati su misura. La domanda è: chi poteva avere interesse a favorire l’editore dell’Unione Sarda, se davvero è stato favorito? C’è solo il livello attuale dell’inchiesta o è lecito attendersi un livello politico? La domanda ha fondamento nella storia non solo recente del complesso immobiliare I Fenicotteri, che già ai tempi della giunta di centrodestra guidata da Masala rischiò di trasformarsi in sede di alcuni assessorati regionali. Un po’ il veto imposto successivamente da Renato Soru e un po’ le indiscrezioni giornalistiche hanno rallentato il destino delle torri di Santa Gilla. Poi, in silenzio, l’operazione Sardegna.it.

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