La Nuova Sardegna

Tra poesia e lotta il nuovo album degli Istentales

di Pasquale Porcu
Tra poesia e lotta il nuovo album degli Istentales

In “Sogni a occhi aperti” anche un brano di Vecchioni.Sarà presentato a Sassari il 1° giugno per “Voci di maggio”

23 marzo 2014
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SASSARI. “Vi manderò degli angeli custodi/Con una penna in mano e nuvole nella mente/angeli davvero inconsueti /e nell'ora del dolore...li chiamerò...poeti/”.

E' una strofa della canzone "Il testamento del poeta" che Roberto Vecchioni ha scritto per il nuovo album del gruppo degli Istentales. Tra il cantautore milanese e il gruppo nuorese c'è una solida amicizia e una collaborazione che dura da anni.

Ma questa è solo una delle chicche che contiene il nuovo lavoro della band di Gigi Sanna e i suoi. Il disco verrà presentato il 1° e 2 giugno, in piazza d'Italia, a Sassari, durante il festival "Voci di Maggio" che quest'anno si terrà, appunto, nella città turritana.

L'album si intitola "Sogni a occhi aperti" e racconta storie di vita di tutti i giorni. Storie, spesso tristi: la mancanza di lavoro, la cassa integrazione, le difficoltà a sopravvivere in tempi di crisi economica , i problemi a dialogare con l'Europa. Ma anche la perdita dei valori in questo travagliato mondo d'oggi, a cominciare dalla necessità di rieducare i giovani al rispetto degli anziani.

“I nostri vecchi - dice Gigi Sanna - erano quelli che una volta dispensavano consigli di saggezza. Non possiamo ignorare i valori fondamentali che hanno regolato la vita dei nostri genitori e delle generazioni che ci hanno preceduti”. Ma nel disco c'è anche spazio per l'ironia perfino su un tema come la morte. Prima o poi tocca tutti, si sa. Ma talvolta anche nella fine della vita ci sono situazioni surreali se si pensa a quelle persone che lavorano 40 anni pensando. un giorno, di godersi un meritato e sereno riposo con la pensione. “E invece- come è successo a qualcuno - proprio nel momento di godersi la vecchiaia ti viene un coccolone e ci lasci le penne. Nell’album- prosegue Gigi Sanna- trattiamo anche un tema che ha sconvolto la vita della nostra isola: quello dell'alluvione del 18 novembre. La canzone "Narami" porta una riflessione proprio su quella tragedia. La natura ha una memoria. I fiumi possono essere deviati e sul loro letto possiamo anche costruire case e ovili. Poi, magari dopo mille anni, il fiume deviato riprende il suo vecchio cammino travolgendo tutto ciò che trova sul suo tragitto”.

Sui temi della cronaca e dell'attualità di questo disco (il tredicesimo, per la band, a partire dal primo "Istentales" del 1995) il gruppo ha voluto lavorare tenendo ben presenti gli insegnamenti dei grandi cantautori, da Vecchioni a Guccini. Un approccio che potrebbe apparire datato ai moderni gruppi rap, come i milanesi Lupin che nel disco diventano i protagonisti di un conflitto generazionale con gli "anziani" Istentales. “Noi- dice Sanna- scrivevamo sui muri la nostra rabbia. Loro fanno i writers: dov’è la differenza?”.

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