La Nuova Sardegna

Vitalizi, la scelta dei Demontis

di Pier Giorgio Pinna
Vitalizi, la scelta dei Demontis

Il figlio pronto a tagliare la pensione anche al padre (ex Pri): «Ma lui capisce»

10 maggio 2014
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SASSARI. Sul fronte dei vitalizi spunta un nuovo capitolo con storia privata a suo modo emblematica: figlio neo-consigliere e padre ex consigliere schierati su posizioni antitetiche. Sì, perché Salvatore Demontis, del Pd, promotore di una proposta di legge per tagliare le pensioni ai componenti dell’assemblea sarda non è solo l’ex assessore comunale ai Lavori pubblici di Sassari. È anche figlio di Giovanni Demontis, già medico di base, classe 1928, esponente dello storico Partito repubblicano, eletto in consiglio regionale dal 1979 al 1984, e beneficiario dal primo maggio 1988 (quindi dai 60 anni) di un vitalizio oggi equivalente a 2.564 euro netti al mese.

Ma come: lei vuole ridurre la pensione di suo padre?

«Beh, certo: è così. Ma che c’è di male? Penso che la buona politica non possa chiedere sacrifici ai cittadini e poi non dare un esempio corretto».

Perché non ha parlato di questo caso nel momento in cui ha presentato l’iniziativa insieme con i colleghi del Pd Gigi Ruggeri e Sandro Collu?

«Mi sembrava sbagliato accennare a una situazione del genere, del tutto personale. Se l’avessi fatto io e non l’aveste saputo voi attraverso canali differenti, qualcuno avrebbe potuto pensare che io cercassi di farmi pubblicità in modo strumentale».

E con suo padre ne ha parlato?

«A cose già fatte».

Ma questa non è una proposta che va contro gli interessi della sua famiglia d’origine?

«Mah, io non la vedo così. I tempi sono cambiati. E da parte di tutti è indispensabile capirlo davvero sino in fondo».

E suo padre come ha commentato la vostra iniziativa per tagliare le pensioni dei consiglieri regionali?

«Mi ha detto che capisce perfettamente. Anzi, mi ha incoraggiato a fare ciò che ritengo più giusto».

Nessuna nube in vista, quindi?

«No. E del resto mio padre non è mai stato un politico di professione. Faceva il medico, appunto. E in consiglio regionale è rimasto soltanto per una legislatura, ormai tanti anni fa».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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