La Nuova Sardegna

In attesa dei rigassificatori subito le reti per il Gpl

di Pier Giorgio Pinna
In attesa dei rigassificatori subito le reti per il Gpl

In consiglio regionale le proposte per ottimizzare il sistema di condotte dell’isola «Fatti gli impianti d’arrivo, sarà poi possibile utilizzare le tubature per il metano»

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SASSARI. In attesa dei rigassificatori, si può già costruire la rete interna e nel frattempo usare il Gpl. Sono tanti gli esponenti politici regionali che sostengono questa posizione dopo l'addio al Galsi. Un punto di vista trasversale rispetto ai partiti.

Dice il sassarese Salvatore Demontis, neoconsigliere del Pd: «Il gasdotto, idea intelligente che avrebbe messo fine al monopolio Eni, è saltato perché l'Algeria prevedeva un accordo per l'acquisto prestabilito di metano da parte nostra. Oggi i rigassificatori diventano così indispensabili, irrinunciabili. Conosco bene il problema. Ho visitato anche gli impianti di Valencia. Certo, qui si parla di una struttura complessa, non di un semplice deposito. Ma, dato che la costruzione richiederà almeno 5-7 anni, nell'ambito di una programmazione che preveda l'aggiornamento del piano energetico sardo sarà bene predisporre da subito lo stoccaggio del Gpl». «In questo modo – spiega Demontis – via via che procederà la realizzazione delle condotte si potrà ricorrere al propano liquido senza avere più gli svantaggi che spesso hanno creato monopoli in passato sanzionati dalla Corte europea. E una volta che l'opera finale verrà conclusa sarà possibile una riconversione senza difficoltà verso il metano».

Favorevole alla linea scelta dal governatore - sulla quale si era già espresso positivamente sette mesi fa il sindaco di Porto Torres, uno dei due siti interessati insieme con il Sulcis Iglesiente _ è un altro esponente del Partito democratico, Luigi Lotto. «Se il Galsi fosse già andato in porto, non ne avremmo neppure parlato perché con quest'alternativa le procedure di acquisizione del metano sono sicuramente più complesse – dice – Ma con i rigassificatori avremo un indubbio vantaggio: poter scegliere i fornitori in base alla nostra convenienza economica in un mercato basato su una reale libertà di concorrenza». «Un risultato non da poco se si pensa poi all'instabilità che sta contrassegnando tanti Paesi produttori di gas», aggiunge. «Ma in un quadro più generale che tenga conto degli interessi non di qualche speculatore ma di quelli complessivi dell'isola non dovremmo comunque trascurare lo sviluppo delle fonti rinnovabili», ammonisce in ultima analisi il sassarese Lotto, che è anche presidente della commissione regionale per le attività produttive, dall'agricoltura all'industria, dall'artigianato sino appunto all'energia.

«Se il Galsi suonava come l'ennesima servitù, con la Sardegna terreno di passaggio ma privata di benefici tecnici, la decisione presa negli ultimi giorni dalla giunta mi pare più vicina alle esigenze di tutti i piccoli centri, soprattutto se ci sarà la predisposizione di una rete distributiva capillare», commenta Anna Maria Busia, consigliere regionale del Centro democratico, cagliaritana con origini barbaricine.

Mentre un suo collega del Cd, Roberto Desini, ex sindaco di Sennori per l'Idv, chiarisce: «Messo da parte il gasdotto - un fallimento annunciato per la mancanza di soldi e di progetti per le sottostazioni - i vantaggi della nuova scelta mi paiono almeno due: da un lato potremo acquistare il metano dove vogliamo, dall'altro si possono creare strutture interne nell'isola per dare lavoro ai sardi e alle nostre aziende, salvaguardando allo stesso tempo l'ambiente».

Da Ollolai è d'accordo sulle ultime scelte dell'esecutivo anche Efisio Arbau, La Base. «Comunque vengono prima la salute e le persone, poi tutto il resto: valuteremo in corsa l'impatto sul territorio senza per questo mettere il carro davanti ai buoi – sostiene – Ma la soluzione di Pigliaru mi sembra a ogni modo corretta, ragionevole: consente di fare scelte alternative in corsa e di arrivare alla fine a una progettazione efficace per un risparmio energetico non più rinviabile».

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