La Nuova Sardegna

L’improvviso abbandono dei fan di Grillo

L’improvviso abbandono dei fan di Grillo

Dissidi insanabili tra gli attivisti sul nome del candidato sindaco nonostante l’ok dello staff

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SORSO. Alla campagna elettorale del popoloso centro della Romangia avrebbe dovuto partecipare anche il Movimento Cinque Stelle. Stando ai militanti, doveva essere la ventata nuova capace di spazzare le solite logiche di potere. Ma all’ultimo istante - cioè proprio quando gli altri competitori si apprestavano a presentare le liste - tra i grillini sorsensi sono emersi dei dissidi evidentemente insanabili sul nome del candidato a sindaco, che almeno sulla carta doveva essere Pier Giuseppe Marongiu, 52 anni, geometra con qualche esperienza politica nell’area della sinistra, anche se mai confortata dai voti. Morale: alla fine non stata presentata alcuna lista e nessun candidato alla fascia tricolore, con il risultato che gli sfidanti sono rimasti due: Morghen e Roggio. Il colmo, però, è che, per quanto in extremis, al M5S locale era arrivato persino il sospirato placet da parte dello staff dell’ex comico genovese, ossia quell’indispensabile nullaosta a scendere in campo con il simbolo pentastellato. Tutto inutile. Perché a far fuori Marongiu ancor prima degli avversari politici sono stati i suoi rivali interni al meetup “Romangia Cinque Stelle” (pare 11 su 15 candidati a un posto da consigliere comunale, pare, dunque la maggioranza), i quali non avrebbero gradito il processo che ha portato all’individuazione di Marongiu come candidato a guidare l’amministrazione comunale.

Stando a quanto si è appreso, quando a febbraio i militanti del meetup avevano richiesto la certificazione della lista allo staff di Beppe Grillo, si era deciso di indicare provvisoriamente il nome di Marongiu, con il presunto accordo di cambiare candidato a sindaco in attesa che arrivasse il nullaosta per il simbolo. «Avevamo davanti diversi mesi per continuare a lavorare insieme e far emergere così il nominativo condiviso dalla maggioranza», è stato poi spiegato in una nota dove s’intuisce che l’obiettivo iniziale era quello di proporre un nome provvisorio pur di ottenere la certificazione della lista». Ma a un passo dal traguardo è arrivato lo strappo, con gli undici attivisti “ribelli” che hanno firmato un documento, inviato allo staff di Beppe Grillo, «in cui sono denunciati i comportamenti anti-democratici e personalistici del potenziale capolista».

Marongiu, da parte sua, non ha potuto che prendere atto che fosse impossibile presentare una lista. «Pazzesco - era stato il suo commento -, avrebbero voluto cambiare tutto a pochissimi giorni dal termine per la presentazioni delle liste, pur sapendo che è impossibile farlo fondamentalmente per tecnicismi legati alla procedura di concessione del simbolo da parte di Grillo, che avviene tramite rogito notarile».

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