Centrale a biomasse Dorgali ha vinto la battaglia al Tar
INVIATO A DORGALI. L'amministrazione guidata da Angelo Carta ha vinto la battaglia legale contro la costruzione di una mini centrale elettrica a biomasse nella piana del Sologo, il vasto territorio...
INVIATO A DORGALI. L'amministrazione guidata da Angelo Carta ha vinto la battaglia legale contro la costruzione di una mini centrale elettrica a biomasse nella piana del Sologo, il vasto territorio tra Lula, Dorgali, Irgoli e Galtellì con vigneti, allevamenti e stabilimenti caseari tra i più importanti della Sardegna centrale. Giovedì il tribunale amministrativo regionale si è pronunciato sul ricorso presentato dal Comune di Dorgali contro l'impianto (in sostanza un inceneritore alimentato a cippato di legna, in grado di produrre energia elettrica) proposto da una società milanese a dispetto del nome tutto sardo: Barbagia Natura Società Agricola srl. Il no alla centrale, dice il sindaco Carta, che ha appreso la decisione del Tar dall'avvocato Efisio Busio, vincola la costruzione alla complessa procedura della Via: valutazione di impatto ambientale che la società milanese era riuscita a evitare con quello che appare a tutti gli effetti un escamotage, peraltro molto diffuso nel campo delle energie rinnovabili. Il Tar fa inoltre tabula rasa dell'autorizzazione concessa a suo tempo dal Comune di Lula, sul cui territorio sarebbe dovuta sorgere la centrale (proprio al confine con l’agro dorgalese).
Prassi e modalità. Il ricorso presentato al Tar era rivolto anche contro l'amministrazione di Lula, ma va precisato che la sua parte politica, cioè gli amministratori pro tempore, non avevano responsabilità: la domanda di autorizzazione era stata inoltrata tramite procedura semplificata al Suap (lo sportello unico attività produttive) dello stesso Comune. Procedura che esclude il coinvolgimento del Consiglio sia pure su un tema delicato come un impianto di incenerimento. Il progetto di Barbagia Natura, infatti, indica come produzione di energia 999 kilowatt, ossia poco meno di un megawatt (1000 kw): sino a tale potenza le norme stabiliscono che il proponente possa autocertificarsi presentando domanda al Comune e poi, non prima di un mese, iniziare i lavori.
Benefici. Una volta ottenuta l'autorizzazione (e il parere dell'Arpas) potrà inoltre accedere agli incentivi statali. Oltre il megawatt, invece, per costruire gli impianti a biomasse occorre la Via da parte della Regione. Insomma, quel numero singolare (999 kilowatt) è sembrato a molti – per primo il comitato Pro difesa Sologo costituito a Lula nei mesi scorsi – una scorciatoia per realizzare l'impianto in tempi rapidi, e magari un domani chiedere un aumento di potenza.
Risorse e materie prime. Ma il problema di fondo riguardava il legname da bruciare per produrre energia. «Secondo i nostri calcoli serviranno 440 quintali al giorno – sosteneva Teo Corrias, presidente del comitato – Dove li prenderanno? La nostra paura è che nell'impianto insieme a legname e residui vegetali possa finire di tutto, con conseguenze pericolose per salute e ambiente».
Contraddizioni. È evidente come il Comune di Dorgali, nel ricorso presentato dall'avvocato Busio, non abbia potuto essere così diretto nel rappresentare il dubbio che faceva temere per le sorti ambientali del Sologo. Il ricorso faceva notare però l'incongruenza tra la presenza di un inceneritore (questo di fatto è un impianto a biomasse) in un'area fortemente orientata verso produzioni agroalimentari d'eccellenza. A questo dubbio più che legittimo, il Comune aggiungeva come la procedura semplificata sulle biomasse sia rivolta in particolare a favorire le aziende agricole già esistenti sul territorio, e non una società con sede a Milano che può vantare solo la proprietà del terreno nel Sologo. La Barbagia Natura, inoltre, fa capo a una società, sempre con sede a Milano, la Delmar Holding Spa, il cui amministratore unico è un giovane imprenditore sassarese, Vito Marrosu, appartenente a una nota famiglia di costruttori. La Delmar opera su vari fronti, dall'energia rinnovabile sino all'industria e al settore immobiliare, e ha nel suo portafogli altre società simili a quella del Sologo sparse qua e là in Sardegna.
Interessi legittimi. Nelle udienze di fronte al Tar la società Barbagia Natura aveva sostenuto al contrario che era proprio il Comune di Dorgali a non aver voce in capitolo: la centrale a biomasse sarebbe sorte nel territorio di Lula, dunque i dorgalesi non avevano alcun titolo per opporsi. Ma questo ragionamento non ha convinto i giudici .
Esigenze e diritti. Dal canto suo il sindaco di Lula Mario Calia, entrato obtorto collo nella vicenda per una concessione che gli uffici del Comune, norme alla mano, non potevano rifiutarsi di concedere, ribadisce la sua volontà perché la piana del Sologo, individuata ormai oltre 40 anni fa come area industriale (prima di Ottana, si pensava di far nascere qui il polo della chimica), diventi anche sulla carta ciò che è nei fatti, cioè un territorio a vocazione agroalimentare per produzioni d'eccellenza.
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