Ospedali e San Raffaele, sì ai supertecnici
L’assessore Luigi Arru ha nominato i due team che dovranno analizzare e valutare posti letto e possibile convenzione
CAGLIARI. Non deciderà solo la politica, saranno prima di tutto i tecnici a ridisegnare la mappa della rete ospedaliera e a definire il piano che dovrà riempire di contenuti scientifici il futuro ormai certo dell’ospedale San Raffaele di Olbia. Con un decreto le due «strutture di supporto» – testuale – sono state volute e nominate dall’assessore alla Sanità, Luigi Arru. È anche lui un tecnico (primario in aspettativa del San Francesco di Nuoro) seppure ora in distacco politico, e proprio dagli esperti vuole avere «un quadro dettagliato dei fatti» prima di qualunque mossa in questi due terreni insidiosi, i posti letto e la convenzione con chi gestirà l’ospedale gallurese su cui, come si sa, il Qatar vuole investire un miliardo di euro.
Prima struttura. È coordinata dal direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Maria Sechi, già direttore sanitario nelle Asl di Cagliari e Sanluri, e sarà composta da questi responsabili a vario titolo in altre aziende sanitarie: Nicolò Licheri (Asl 1 di Sassari), Paolo Tecleme (Olbia), Pierina Fodde (Nuoro), Nicola Orrù (Oristano), Sergio Pili (Carbonia) e Federico Argiolas (Cagliari). Il compito di questa struttura – è scritto nel decreto – sarà «definire gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi dell’assistenza ospedaliera» da proporre alla conferenza Stato-Regioni. In parole molto più semplici, sarà questo team a definire i posti letto pubblici e privati necessari per «soddisfare al meglio il fabbisogno della Sardegna» e riportare in equilibrio la spesa dell’assistenza ospedaliera ora in rosso. Bisognerà vedere se il gruppo voluto da Arru presenterà una bozza nuova, oppure partirà dalla legge-griglia presentata nella scorsa legislatura dall’allora assessore alla Sanità, Simona De Francisci, e approvata dal centrodestra, a quel tempo maggioranza, in Consiglio regionale. Oggi è più facile ipotizzare che sarà un piano tutto nuovo, perché a suo tempo il centrosinistra, ora al governo, tentò di bloccare la legge-griglia per questo motivo: dava «il potere di ridurre i posti letto» solo ai direttori generali delle Asl, che va ricordato sono ancora quelli nominati anni fa dal centrodestra.
Seconda struttura. È quella che ha l’incarico di studiare il caso San Raffaele. Sarà sempre coordinata dal direttore generale dell’assessorato, Giuseppe Maria Sechi, ma ristretta a Paolo Tecleme (Asl Olbia) e Sergio Pili (Carbonia). Il compito della struttura numero due è scritto nel decreto col solito linguaggio burocratico e può essere sintetizzato così: «Analizzare il tipo di convenzione sanitaria fra la Regione e i gestori del San Raffaele». Perché la ripresa dei lavori nel cantiere del nuovo ospedale è ormai una certezza. L’intesa di massima a tre (Regione-Qatar-Bambin Gesù di Roma) è stata raggiunta e ora spetterà ai tecnici far sapere quali reparti potranno essere aperti in Gallura senza che ci siano contraccolpi sul sistema sanitario regionale.
Le reazioni. Una è stata dell’ex presidente della Regione Ugo Cappellacci (Forza Italia) proprio sul San Raffaele, che è diventato un caso nazionale e, come detto dal premier Matteo Renzi, potrebbe essere proprio in questi giorni «al centro di una comunicazione molto interessante per la Sardegna». Per Cappellacci, che è stato il primo a intavolare la trattativa con il Qatar, «il San Raffaele è una grande occasione d’investimento e anche scientifica che l’isola non può farsi sfuggire». La seconda reazione è stata invece quella del consigliere regionale del Pd Roberto Deriu, che si è detto preoccupato da una possibile ristrutturazione della rete ospedaliera decisa dall’alto e soprattutto dalle commissioni Affari sociali e Bilancio della Camera: «Ci opporremo – scrive Deriu – all’indiscriminata, ideologica e cieca chiusura dei piccoli ospedali in Sardegna come qualcuno vorrebbe». È un segnale chiaro di cui dovranno tener conto anche i supertecnici convocati dall’assessore Arru.