Edilizia, grido d’allarme
Dalla Uil appello a Pigliaru: per il rilancio nuovo Ppr e interventi sulla viabilità
CAGLIARI. Un Ppr che riveda il concetto di "agro" da proteggere a tutti i costi. Magari con una riclassificazione che consenta di costruire su quei terreni o quegli sterrati accanto alla città che forse sarebbe troppo romantico chiamare campagne. E un via libera o una accelerazione ai cantieri della strade, da nord a sud: dalla Sassari Olbia alla nuova statale 195 passando naturalmente per la Carlo Felice. Sono alcuni dei punti più importanti delle richieste-appello lanciate dagli edili della Uil nel congresso regionale di categoria di ieri a Cagliari. Un disperato grido di aiuto di un settore che, stando ai dati ribaditi anche durante i lavori dell'assemblea, cerca una luce in fondo al tunnel. E per ora non la vede. C'è una speranza, però: la nuova Giunta. «Dobbiamo chiedere – ha detto il segretario regionale Feneal Uil Marco Foddai – al governatore di rivedere il Ppr, come sembra voglia fare. Procedendo in tempi brevi, bene e subito». La soluzione indicata dalla Uil è una nuova legge urbanistica con una rimodulazione del concetto di "agro”: «Alcune aree – ha spiegato Foddai – vengono impropriamente classificate così. Occorre riperimetrare una fascia di territorio nelle immediate vicinanze dei centri abitati per favorire la ricucitura tra la città e l'hinterland. Consentendo di soddisfare un'esigenza abitativa che esiste e di calmierare i prezzi delle aree edificabili». Insomma: «Bisogna fare una distinzione netta – ha sintetizzato – tra territori a vocazione agricola e aree già compromesse da un rilevante insediamento abitativo». Ferme restando le linee guida generali. «Noi chiediamo al governo – ha spiegato Vito Panzarella, segretario nazionale Fenealuil – di favorire un nuovo tipo di edilizia sostenibile basato sulla riqualificazione dell'esistente. Non chiediamo di costruire ex novo. Abbiamo stipulato proprio nove mesi fa un accordo con l'ordine degli architetti sull'edilizia green. Quello è il nostro futuro». Gli edili chiedono alla Regione interventi sul patto di stabilità, sul sistema ferroviario e sul completamento del polo energetico di Fiume Santo. Tutta roba che direttamente o indirettamente può avviare cantieri e portare lavoro. Altre richieste più generali: soluzione della vertenza entrate e della questione energetica. «In attesa della metanizzazione – suggerisce Foddai – sia lo stato a pagare il maggior costo della bolletta della Sardegna». E zona franca. «Chiediamo a Pigliaru di essere il presidente che passa dalle parole ai fatti».