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la replica

Deledda: «Sono amareggiato ho fatto il bene del paese»

Deledda: «Sono amareggiato ho fatto il bene del paese»

ORGOSOLO. «La nostra unica colpa è aver messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini». È amareggiato il sindaco Dionigi Deledda, rinviato a giudizio dal gup di Nuoro, assieme a due...

08 luglio 2014
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ORGOSOLO. «La nostra unica colpa è aver messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini». È amareggiato il sindaco Dionigi Deledda, rinviato a giudizio dal gup di Nuoro, assieme a due assessori del suo esecutivo. Francesco Battaccone e Antonio Luigi Cossu. L’accusa è favoreggiamento in falso ideologico e i fatti risalgono al 2011. Anno in cui ad Orgosolo si fronteggiava l’emergenza trichinellosi. Unica su tutto il territorio regionale. A seguito della quale, 26 persone finirono ricoverate all’ospedale di Nuoro. «All’epoca, ci trovammo costretti a gestire un'epidemia di grosse dimensioni. Tentammo di farlo nella maniera migliore possibile. Garantimmo l'incolumità della popolazione, effettuando correttamente e puntualmente le analisi delle mandrie. Fu difficile convincere i pastori, sfiduciati dalle istituzioni, a far effettuare i prelievi». Secondo il commissariato di polizia, che ha condotto le indagini, il primo cittadino sarebbe stato a conoscenza della prassi delle macellazioni abusive. E avrebbe avvallato la consuetudine illecita. In particolare, firmando l'ordinanza di abbattimento di un capo, riconducibile a un allevatore, la cui identità si sarebbe dimostrata inesistente. Il nome fittizio avrebbe costituito, dunque, a giudizio degli inquirenti, uno stratagemma per garantire una sorta di copertura al detentore di alcuni suini infetti, non regolarmente denunziati. (mattia sanna)

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