La Nuova Sardegna

Rsu eurallumina

«Il progetto di riapertura tutela l’ambiente e il lavoro»

«Il progetto di riapertura tutela l’ambiente e il lavoro»

CAGLIARI. Nel Sulcis Iglesiente, provincia tra le più povere d'Italia, l'industria senza controlli si è prima mangiata l'ambiente e poi il futuro delle famiglie. Il Piano Sulcis è l'ultimo, residuo,...

10 luglio 2014
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CAGLIARI. Nel Sulcis Iglesiente, provincia tra le più povere d'Italia, l'industria senza controlli si è prima mangiata l'ambiente e poi il futuro delle famiglie. Il Piano Sulcis è l'ultimo, residuo, filo di speranza che rimane ai lavoratori superstiti, in attesa che si realizzi lo sviluppo alternativo dei progetti di riconversione, a lungo e lunghissimo termine. Il Piano Sulcis prevede anche progetti industriali, attività compatibili con la tutela dell'ambiente e riprese produttive che costringono le grandi multinazionali, e le imprese locali, loro malgrado, ad adeguarsi alle norme europee in materia di sicurezza, a dotarsi di dispositivi antinquinamento e a produrre riducendo il rischio per la salute degli operai e dei cittadini nei parametri richiesti dalle leggi.

«L'azienda investirà 188 milioni di euro di cui 110 milioni nell'impianto di cogenerazione di energia elettrica e vapore - spiega il coordinatore del Piano Sulcis Salvatore Cherchi, - circa 50 milioni nella trasformazione dell'impianto per usare bauxite guineana e il resto nel bacino dei fanghi rossi". Ad agevolare il contratto di sviluppo anche lo stesso Piano Sulcis che prevede risorse per circa 8 milioni a fondo perduto e un finanziamento di 67 milioni da rimborsare in otto anni dal riavvio della produzione. Cherchi sottolinea che è in formulazione un accordo di programma per la gestione del bacino dei fanghi rossi, che è rilevante per avere il dissequestro dello stesso bacino. Quanto ai tempi il coordinatore del Piano prevede che l'investimento Eurallumina possa dare luogo all'apertura del cantiere a partire dalla fine del primo semestre 2015 (250 occupati per 2 anni». Il progetto Eurallumina non riguarda la produzione di Bio Fuel, né prevede la realizzazione di un nuovo carbonile, ma ha già suscitato polemiche sul fronte ambientalista, alle quali replica l'Rsu di fabbrica.

«Il Consiglio di amministrazione di Invitalia , l'agenzia nazionale per l’ attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa , che agisce su mandato del ministero dello Sviluppo Economico, per accrescere la competitività del paese e per sostenere i settori strategici per lo sviluppo, lunedì 30 giugno ha deliberato “positivamente” per il progetto di rilancio di Eurallumina – si legge nel comunicato –. Uno dei fondamenti del protocollo d'intesa siglato il 22 novembre 2012 , tra i vertici della multinazionale Rusal, proprietaria dell’ Eurallumina , i sindacati a tutti i livelli , la Rsu, le istituzioni e il Mise , era la disponibilità alla partecipazione agli investimenti, per la realizzazione di un impianto di cogenerazione di energia termica ed elettrica, che avrebbe abbattuto i costi di produzione della fabbrica . Il contratto di sviluppo ha di fatto, con l’approvazione del Cda di Invitalia , vincolato 75 milioni di euro per la partecipazione al progetto di ripresa produttiva di Eurallumina . Il finanziamento è stato concesso “ a tasso corrente di mercato “, pertanto all’ interno delle norme in merito e non individuabile come aiuto di stato , e non come avveniva nel passato, causando a distanza di tempo i problemi ormai noti , oggetto di sanzioni dall’ Unione Europea . A questo punto , per dare gambe all’avvenuta concessione dei finanziamenti , resta da incassare l’ ultimo tassello : la restituzione, per il suo esercizio, del sito di stoccaggio dei residui delle lavorazioni della Bauxite da parte della magistratura. Il ministero dell’Ambiente con Azienda e Mise stanno definendo , per avere la massima certezza di non aver tralasciato nulla , l’ accordo di programma per la gestione del sito , un atto che detterà le linee guida per il futuro , partendo dalle opere di risanamento ambientale che sono state svolte in questi ultimi 4 anni , sotto l’ egida ed il controllo dello stesso Ministero dell’Ambiente . Una garanzia di poter lavorare e produrre nel rispetto della salute e dell’ambiente , chiesta in primis , dai lavoratori e ribadita in questi anni in tutte le sedi istituzionali».(f.t.)

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