La Nuova Sardegna

«Speranza dalla chimica verde»

di Giovanni Bua
«Speranza dalla chimica verde»

Il presidente di Confindustria: «Crisi drammatica, per salvarsi bisogna investire nelle riforme»

19 luglio 2014
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ALGHERO. «La situazione sarda? Grave. Anche perché, oltre al calo di tante attività industriali, a crollare è il settore delle costruzioni, che da sempre è asse portante nell’isola. E ormai pesa solo il 4,5 per cento del Pil complessivo della Sardegna, oltre due punti in meno di soli 4 anni fa. Ma qualcosa si muove. Come l’impianto di chimica verde inaugurato a giugno dall’Eni a Porto Torres. Bisogna ripartire da lì».

Parole del presidente di Confindustria Giorgio Squinzi ieri nell’isola per l’assemblea 2014 di Confindustria Nord Sardegna, svoltasi nel cuore dei 500 ettari delle tenute Sella e Mosca di Alghero. «Un posto incantevole – ha sottolineato il presidente degli industriali, arrivato insieme al presidente regionale Alberto Scanu – che ci ricorda come la Sardegna abbia grandi punti di forza. Ma se l’industria, tutta, non riparte, non si può andare fuori da questa crisi, che è tutt’altro che passata. Come confermano gli impietosi dati, per altro a noi già noti, dati da Bankitalia. Basti pensare che, dall’inizio della crisi, la Sardegna ha perso ben 7 punti di Pil. Recuperare non sarà facile».

La ricetta? «Abbiamo bisogno di un Paese più semplice, dove vengano realizzate le riforme istituzionali della pubblica amministrazione e tutto ciò che possa renderci più competitivi. Renzi ha detto che non prenderà ferie. Aveva anche parlato di riforme da fare in cento giorni, che ora sono diventati mille. L’importante è che alla fine si facciano. E bene. La Regione? Il percorso è uno solo: semplificare e rimettere in piedi la macchina». Sul ruolo degli industriali poi: «Abbiamo il diritto-dovere di essere classe dirigente di questo paese e non possiamo smettere di impegnarci, dobbiamo mettercela tutta. Il Paese, e la Sardegna, ripartirà solo se le imprese ripartiranno».

A entrare nello specifico dei drammatici dati dell’Isola il presidente regionale di Confindustria Alberto Scanu e soprattutto il presidente di Confindustria Nord Sardegna Pierluigi Pinna, che in un’articolata relazione ha toccato tutti i punti caldi: dalla semplificazione legislativa necessaria per il rilancio, dal costo dell’energia, alla pressione fiscale eccessiva, i problemi dell’agroalimentare, le criticità di turismo, edilizia, comparto estrattivo, chimica e ambiente. Chiudendo con trasporti, istruzione, credito e consorzi industriali: «Modello da superare».

«Abbiamo 140mila disoccupati – ha ricordato poi Alberto Scanu –, 60mila sotto ammortizzatori sociali, di cui 30mial in deroga. È il momento in cui serve il coraggio di decidere. Serve più impresa, e non più dipendenti pubblici o consulenti. Servono meno leggi regionali, che servono solo a rimarcare differenze e creare confusione. Serve un medico che non solo conosca la terapia ma la somministri anche in fretta. Come abbiamo fatto nel basket possiamo prima salvarci e poi diventare un eccellenza. Basta crederci».

A provare a dare qualche risposta, di fronte a un nutrito parterre di autorità varie, nel quale erano presenti, tra gli altri, i sindaci di Sassari e Alghero Nicola Sanna e Mario Bruno il rettore dell’università di Sassari Attilio Mastino, il presidente della Provincia Alessandra Giudici, l’assessore regionale alla Programmazione Raffaele Paci. «La situazione è drammatica, e ben lo sapevamo quando abbiamo iniziato il nostro lavoro. É tempo di fatti, e noi stiamo lavorando incessantemente, sbrogliando con calma e decisione una matassa intricata. Sembra che non andiamo avanti, ma volgiamo fare le cose per bene. E le buone notizie stanno arrivando. Le risorse ci sono. Arriveranno 5 miliardi nel settennato 2014-2020. Ora tutti dobbiamo essere in grado di sfruttarli. A iniziare dalle imprese».

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