La Nuova Sardegna

La giunta al ministro: «Siamo parte lesa»

di Alfredo Franchini
La giunta al ministro: «Siamo parte lesa»

La Regione respinge ogni ipotesi di commissariamento da parte del Governo. Ed è battaglia anche sulla Lingua blu

27 luglio 2014
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CAGLIARI. «Ma quale commissariamento per la peste suina? Noi siamo parte lesa». Non ha dubbi l’assessore all’agricoltura, Elisabetta Falchi, che respinge ogni ipotesi di intervento da parte del ministero e sposa in pieno la linea del suo collega di giunta, Luigi Arru. «Da anni la Sardegna non riesce ad affrontare le epidemie che colpiscono gli allevamenti ovicaprini e suini isolani», spiega Falchi, «e proprio in queste settimane, con le inchieste romane sulla Lingua blu, abbiamo avuto conferma di cosa non si deve continuare a fare: lasciare in mano la gestione delle emergenze sanitarie a chi non ha lavorato bene e che è stato condizionato da logiche estranee al bene della nostra terra».

L’intenzione di nominare un commissario per l’emergenza della peste suina era stata espressa dal ministro Beatrice Lorenzin, alla fine del convegno sulla situazione della Sanità in Italia, organizzato a Cagliari dai Riformatori sardi. Durante il dibattito Luigi Arru e Beatrice Lorenzin si erano trovati d’accordo sulle molte cose da fare e soprattutto sulla necessità di nominare manager con un’opportuna formazione in materie sanitarie. Nello specifico della peste suina, il ministro, al tavolo del convegno, aveva annunciato una soluzione forte ma «condivisa» con la Regione. Subito dopo l’inversione di rotta e l’annuncio fatto ai giornalisti di un imminente commissariamento, ipotesi subito respinta al mittente da Luigi Arru. E la giunta ha fatto quadrato.

L’assessore all’agricoltura spiega: «Abbiamo già chiesto un passo indietro al dottor Marabelli, coinvolto nelle indagini sui vaccini dalla Procura di Roma, ci costituiremo parte civile in un eventuale processo e stiamo valutando altre iniziative. La Sardegna non va commissariata, siamo la parte lesa. Ecco perché, se di incapacità si deve parlare per quanto riguarda la lotta alle infezioni, non va certo cercata solo in Sardegna. Troppi allevatori hanno pagato e stanno pagando per la mala gestione delle epidemie».

Sia Falchi che Arru sono coinvinti che la Regione abbia intrapreso un percorso «che ci porterà a sconfiggere una malattia che da decenni colpisce gli allevamenti della Sardegna». La prima mossa è già stata fatta: è l’istituzione di una task force di veterinari.

Roberto Capelli, deputato, componente della commissione Sanità della Camera attacca il ministro: «Se la Lorenzin avesse avuto l’accortezza di leggere la risoluzione approvata all’unanimità in commissione, con l’assenso del rappresentante del governo, avrebbe evitato considerazioni fuori luogo in merito al piano di eradicazione della peste suina in Sardegna. A meno che la commissione non abbia lavorato per settimane a stretto contatto con il rappresentante del governo mentre un “altro governo” assumeva determinazioni in un’altra direzione»!

Capelli sferra anche un attacco politico: «Non mi attardo sulle valutazioni fatte dalla Lorenzin sulla spesa sanitaria sarda se non per ricordare che solo nel 2013 c’è stato un buco di 400 milioni di euro. Capisco che il ministro, allora ferreo alleato in Sardegna di Cappellacci e dei Riformatori, principali artefici delle riforme sanitarie annunciate e mai fatte, non poteva certo parlare di corda in casa dell’impiccato».

Durissima la reazione dei Rossomori. Il presidente, Gesuino Muledda, usa l’arma dell’ironia: «Bisogna essere molto ottimisti a credere che un ministro che ha nominato Marabelli direttore generale del dicastero della Sanità, abbia capito lo stato dell’arte nell’impegno che la giunta sta ponendo per attuare tutte le misure necessarie per portare a compimento il piano di eradicazione della peste suina africana». Questo perché, sin dalla prima seduta della giunta Pigliaru, è stato costituito un tavolo interassessoriale per definire un’unità di missione per il coordinamento e le realizzazione degli interventi.

Gesuino Muledda, porta l’attacco al cuore dell’Istituto zooprofilattico: «Sarebbe il caso che il ministro Lorenzin rimuovesse dalla carica di consigliere di amministrazione dello Zooprofilattico Romano Marabelli, prima di affermare la volontà di commissariare la Regione. Dimostrerebbe di avere la sensibilità istituzionale che deve rispetto a un’opinione pubblica frastornata davanti ai comportamenti dei massimi vertici della sanità in Italia».

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