La Nuova Sardegna

approvato il decreto

Veleni, le zone militari equiparate alle aree industriali

Veleni, le zone militari equiparate alle aree industriali

SASSARI. Inquinamento nelle aree della Sardegna sottoposte a servitù militari equiparato alle zone industriali. D’ora in poi non ci saranno più distinzioni nelle stime sul livello dei veleni e sui...

07 agosto 2014
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SASSARI. Inquinamento nelle aree della Sardegna sottoposte a servitù militari equiparato alle zone industriali. D’ora in poi non ci saranno più distinzioni nelle stime sul livello dei veleni e sui tetti-soglia per misurarli. E questo perché nella tarda serata di ieri la Camera ha approvato in via definitiva il decreto legge 91 sulla “Competitività” nel quale è appunto riaffermata quest’equivalenza. Una identità nell’uso dei parametri per valutare i veleni nelle differenti aree che nelle scorse settimane in Sardegna aveva provocato contestazioni e proteste formali. Come quella presentata dall’assessore regionale all’Ambiente, Donatella Spano, al consiglio dei ministri. Parecchi, inoltre, i rilievi critici avanzati da parlamentari dell’isola di diversi partiti. «Con il via libera a questo decreto legge viene approvata la norma che equipara le concentrazioni di soglia delle contaminazioni in aree militari a quelle previste per le zone industriali», ha denunciato ieri ancora una volta il deputato di Sel Michele Piras. Il quale ha parlato di «fatto gravissimo che d’ora in poi consentirà ai militari d’immettere agenti inquinanti nell’ambiente pari a quelli della Saras o dell’Ilva di Taranto». Secondo il deputato di Sel, fra l’altro, «la mediazione operata dal Partito democratico - che tenderebbe a mitigare l’effetto della norma distinguendo all’interno delle aree a seconda della destinazione d’uso dei singoli plessi - non serve assolutamente a nulla». «Perché – questa la sua convinzione – nella maggior parte dei casi non è concretamente individuabile una soluzione di continuità». Come lui la pensano tanti altri parlamentari e amministratori regionali. Gli stessi che in questi giorni hanno cercato vanamente di far comprendere come attorno alle basi e ai poligoni dell’isola si svolgano intense attività civili, che rischiano adesso di venire assimilate in quelle equivalenze e in quei parametri, indicati da tutti i critici come scorretti e pericolosissimi.

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