La Nuova Sardegna

Una sola Authority per i porti dell’isola

di Alessandro Pirina
Una sola Authority per i porti dell’isola

Il presidente Pigliaru: «Nessun territorio sarà penalizzato: impediremo il centralismo cagliaritano»

30 agosto 2014
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SASSARI. Sarà un’unica authority a gestire i porti della Sardegna. Addio dunque alle due autonome autorità portuali di Cagliari e del Nord Sardegna. D’ora in avanti l’isola avrà un solo distretto portuale. Così ha previsto il decreto Sblocca Italia. Una decisione che non ha destato molto stupore in Sardegna, visto che da tempo il governo lavorava per razionalizzare le autorità. Fino all’ultimo, però, a Cagliari, ma soprattutto a Olbia (e a Porto Torres e Golfo Aranci) si sperava che i propositi del ministro Maurizio Lupi non si tramutassero in realtà. Ieri, invece, l’ufficialità con l’approvazione del decreto da parte del Consiglio dei ministri. Un provvedimento che sicuramente creerà polemiche negli attuali due distretti, che, però, la Regione intende bloccare sul nascere.

«Nessun territorio sarà penalizzato – è stata la prima rassicurazione del presidente della Regione, Francesco Pigliaru –, anzi adesso faremo in modo che questa semplificazione sia un’occasione per il loro rilancio e per sottrarli a cieche logiche di campanile. Un porto deve essere pensato in grande, non all’interno di logiche cittadine o, peggio, di paese. Impediremo, comunque, qualunque forma di centralismo cagliaritano».

Parole che fanno rima con quelle pronunciate poco dopo dall’assessore ai Trasporti, Massimo Deiana. «Non si tratta di un’incorporazione dei porti del nord Sardegna in quello di Cagliari, ma di una razionalizzazione con la creazione di un unico distretto portuale della Sardegna. Ora, comunque, aspettiamo di conoscere i dettagli della riforma per esprimere un giudizio definitivo».

Attualmente le due autorità portuali sarde sono commissariate e al loro timone c’è il comandante della rispettiva capitaneria di porto, a Cagliari Vincenzo Di Marco, a Olbia Nunzio Martello. Il primo è subentrato all’ex parlamentare di Forza Italia, Piergiorgio Massidda, contro la cui nomina presentò ricorso il futuro assessore Massimo Deiana, il secondo all’ex senatore berlusconiano Fedele Sanciu. Due nomine firmate dal ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, prima del divorzio tra Berlusconi e Alfano, che ha seguito nel Nuovo centrodestra (e nel governo Renzi). Due nomine che al ministro sono costate l’iscrizione nel registro degli indagati prima a Cagliari e poi a Tempio: la prima inchiesta si è conclusa con l’archiviazione da parte del tribunale dei ministri della Sardegna, mentre la seconda resta ancora in piedi in attesa di una nuova pronuncia dello stesso tribunale.

E proprio il ministro Maurizio Lupi è quello che ieri ha messo la firma su quella che può essere considerata la rivoluzione dei porti sardi. È stato lui l’artefice del piano di razionalizzazione dei distretti portuali, del riordino delle autorità. Una riforma che si era fatta dei nemici già prima di essere varata. Nel nord dell’isola, in particolare a Olbia, in questi mesi si sono levate molte voci, appartenenti a tutti gli schieramenti, contrarie a un’operazione che, ai loro occhi, appare come l’ennesimo scippo ai danni del nord dell’isola.

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