La Nuova Sardegna

Dal comitato No chimica verde a italia nostra

Ecologisti all’attacco: così si uccide l’ambiente

di Pier Giorgio Pinna
Ecologisti all’attacco: così si uccide l’ambiente

SASSARI. Fronte compatto. Contro quella che viene vista come una pericolosissima deriva gli ambientalisti sardi annunciano battaglie senza precedenti. «Nello Sblocca Italia – dicono – ci sono...

26 settembre 2014
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SASSARI. Fronte compatto. Contro quella che viene vista come una pericolosissima deriva gli ambientalisti sardi annunciano battaglie senza precedenti. «Nello Sblocca Italia – dicono – ci sono soltanto elementi negativi, qui si vuole semplicemente cercare di proteggere interessi economici precostituiti con norme ad hoc per aggirare i vincoli». «E tutto questo a discapito del nostro paesaggio e del nostro territorio», attaccano i rappresentanti di diverse associazioni ecologiste. Un allarme diffuso, di rara intensità. Mitigato solo in parte dalla speranza che il provvedimento sia rimodulato in maniera pesante durante le fasi di conversione in legge nei lavori delle Camere. Ovviamente, con la richiesta di maggiore attenzione nei confronti delle autonomie regionali. E con l’esigenza di rispettare le disposizioni già in vigore per preservare la natura dell’isola.

Le reazioni. Difatti, con lo Sblocca Italia, in pericolo sono soprattutto alcuni principi. Quelli che oggi consentono ancora al ministero per i Beni culturali e alla giunta Pigliaru di vietare iniziative e progetti in contrasto col Ppr e con le leggi generali a suo tempo varate per preservare il paesaggio, come il decreto Urbani. Paola Pilisio, del comitato “No chimica verde, no inceneritori”, fa anche parte del coordinamento sardo “Non bruciamoci il futuro”. E ricorda bene come dai mesi scorsi le posizioni su piani politici del genere fossero chiare. Da parte governativa, come da parte degli oppositori. «Non a caso – puntualizza – avevamo ribattezzato Affossa Sardegna il decreto Destinazione Italia». Un programma che, come avevano sottolineato fin da febbraio esponenti dei movimenti ecologisti e di Medici per l’ambiete-Isde, modifica le competenze nella geotermia e rilancia il progetto per megacentrali a carbone. Obiettivi che,per gli ambientalisti rappresentano attaccchi a energia e ambiente, due materie concorrenti tra Stato e Regioni a Statuto speciale.

Le attese. «Intendiamoci: in Sardegna ci sono magagne regionali per tentare di far passare lo stesso le cose – incalza Pilisio – Vedendo l’assessore Spano che solo adesso lancia l’Sos mi è venuto da sorridere. Se penso alla centrale a biomasse di Matrìca a Porto Torres, infatti, non posso che constatare come molte nefandezze siano autorizzate anche a livello locale». «Ma ora sembra che tutti si siano svegliati all’improvviso e altrettanto all’improvviso vogliano difendere la nostra autonomia – conclude – E allora io dico: preoccupiamoci pure delle competenze, ma occupiamoci soprattutto di come difendere sempre il nostro territorio»..

Squilli di rivolta. Domenica era stato Stefano Deliperi, per il Gruppo d' intervento giuridico, a denunciare per primo le conseguenze negative. In particolare su coste e cemento, terre e rocce da scavo e settore energetico. «Altro che consultazione pubblica preventiva sulle cosiddette grandi opere, qui si si aumentano gli effetti negativi per i contesti - aveva tuonato – Per non parlare delle norme di gestione del territorio e di tutela del paesaggio».

Crescendo di proteste. Oggi è durissima nel commentare gli sviluppi Maria Paola Morittu, di Italia Nostra: «Forse per definire lo Sblocca Italia basta un aggettivo: “devastante”. Non solo si avocano allo Stato molte competenze specifiche della Regione, con il rischio d’innescare conflitti senza fine. La ratio del provvedimento punta allo smantellamento di tutti i livelli di garanzia a tutela dell’ambiente». Perché, secondo Morittu, «il disastro sarà evidente a tutti se il decreto verà convertito in legge così com’è». «Come si pensare che a dare l’assenso a certe opere sia un ad di Trenitalia e non la soprintendenza interessata?», si chiede. Per dare da sé la risposta un istante più tardi: «Me lo spiego soltanto quando ricordo a me stessa che Renzi ha descritto le soprintendenze come un residuato ottocentesco - aggiunge – Quel che non riuscì a Lupi col governo Berlusconi, lo sta facendo ora un esecutivo nazionale che si definisce di centrosinistra. Ma io credo che in questo decreto sussistano molti motivi d’illegittimità e che alla fine la Consulta darà torto a comportamenti del genere». «A ogni modo la preoccupazione resta – afferma Morittu – E per capirlo è sufficiente rammentare come, nonostante i ricorsi presentati contro le leggi regionali su campi da golf e piano casa, intre anni la Corte non si sia pronunciata mentre nel frattempo gli effetti giuridici di quelle norme vigono, anche se poi un domani saranno cassate».

Tagliole e trappole. Trivellazioni. Parchi fotovoltaici. Dilatazione smisurata delle competenze dei gestori di fonti energetiche tradizionali e rinnovabili. Eliminazione di passaggi-chiave nelle autorizzazioni per costruire lungo i litorali dell’isola. Sono queste le misure che ora creano maggiori tensioni. Ma gli ecologisti sardi temono che, tra le pieghe di altri provvedimenti omnibus, presto possano annidarsi nuovi tranelli contro l’ambiente. E anche per questo preannunciano una guerra a tutto campo.

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