Molentargius, via alle demolizioni
Patto tra Procura e Comune di Cagliari per liberare il parco da 172 abusi edilizi
CAGLIARI. Ville con piscina, case a due e tre piani con grandi giardini attrezzati a pochi passi dallo stagno del Molentargius, una zona umida abitata dai fenicotteri rosa che leggi vecchie di decenni avrebbero dovuto difendere dall’avanzare del cemento: è il grande quartiere di Medau su Cramu, un’area di pregio ambientale straordinaria dove si è costruito fin dagli anni settanta nella più totale illegalità. Sono 172 gli abusi edilizi censiti all’interno del perimetro protetto solo teoricamente dalle norme che regolano i parchi e dalla convenzione internazionale di Ramsar. Di questi, 138 ricadono nel territorio di Cagliari e 34 in quello di Quartu Sant’Elena per complessivi 60 mila metri cubi di cemento illegale. Ebbene: a distanza di quasi mezzo secolo dalle prime edificazioni spontanee la Procura della Repubblica sta per avviare una campagna di demolizioni che potrebbe portare di qui a qualche mese alla cancellazione di gran parte degli abusi. Ieri mattina il sostituto procuratore Daniele Caria ha incontrato negli uffici di piazza Repubblica il sindaco Massimo Zedda e la direttrice generale del comune Cristina Mancini. Al centro del faccia a faccia era il programma di demolizioni: Zedda ha dichiarato la piena disponibilità dell’amministrazione a collaborare con la magistratura. Nei prossimi giorni saranno studiate le modalità degli interventi ma il percorso è stato già tracciato due anni fa, quando i bulldozer inviati dalla Procura hanno raso al suolo il villaggio abusivo di Corrumanciu, a Porto Pino. Ora, grazie anche al lavoro compiuto dal procuratore di Tempio Domenico Fiordalisi in Ogliastra e in Gallura, la demolizione dei mattoni illegali sembra finalmente ritornata di moda e chi non è in regola con le norme urbanistiche e paesaggistiche dovrà preoccuparsi. Il programma per Medau su Cramu è già stabilito e verrà dettagliato a breve in tandem con l’amministrazione Zedda: la Procura ha in mano quattro sentenze definitive con ordini di demolizione da eseguire, il progetto è di partire da quelle per poi attendere che gli altri titolari degli abusi vadano avanti da soli per evitare guai giudiziari che diverrebbero scontati. Le costruzioni insanabili sono almeno trenta ma non è detto che i bulldozer debbano fermarsi qui. Una cosa è certa: quanto è stato realizzato dopo il 1992, quando è entrato in vigore il piano paesaggistico di quell’area, è fuorilegge. Il Ppr del 2004 ha poi messo la parola fine a qualsiasi discussione, stabilendo vincoli insuperabili su Molentargius-Is Arenas. Il caso dello stadio «inventato» dall’amministrazione di Quartu a favore del Cagliari calcio è l’esempio più recente e clamoroso di quale sia il livello di protezione dell’area. L’idea della Procura è di restituire al parco del Molentargius le tutele che merita, obbiettivo non facile da raggiungere a causa di ostacoli che si profilano soprattutto negli ambienti politici, dove negli anni e anche di recente si è lavorato in direzione esattamente opposta: «Si è parlato persino di una legge speciale per sanare tutti gli abusi – conferma Stefano Deliperi del Gruppo di intervento giuridico, che da decenni si batte per la demolizione degli abusi a Medau su Cramu - speriamo che sia davvero arrivata l’ora di fare giustizia». Zedda è avvertito: la Procura è con lui ma i nemici della legalità urbanistica e dell’ambiente potrebbe trovarseli in casa.