La Nuova Sardegna

IL CASO. Due “principi” in guerra per un trono che non c’è

di Daniela Scano
IL CASO. Due “principi” in guerra per un trono che non c’è

Sassari, la singolare diatriba tra i Gran Maestri dell’Ordine che protegge i cattolici copti. Antonio Ruspoli: «Il tempiese Costantino Dejala è un usurpatore». E lo denuncia

28 settembre 2014
5 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Digiti le parole “Principato Isola dei Cavalieri” e Google Maps, che ti mostra in un istante gli angoli più sperduti del mondo, gira a vuoto per un po’ prima di rispondere “nessun risultato”. Epitaffio tecnologico per una vicenda che ha procurato l’emicrania a funzionari statali e perfino ai giudici della Cassazione, ai quali l’autoproclamato primo ministro Costantino II ha chiesto di riconoscere le prerogative legate alla sua condizione di Capo di Stato, appunto, del “Principato Isola dei Cavalieri” con sede legale a Brooklin. Comprese l’immunità diplomatica e l’inviolabilità della sua persona che, in Italia, lo metterebbe forse al riparo da qualche cruccio giudiziario.

Tre condanne. In attesa e nella speranza di vedere riconosciuto il suo status di principe dell’isola che non c’è (su Google), Costantino Felice Patrizio Massimiliano Dejala, 62 anni, nativo di Tempio, ma finito nei guai a Sassari nel 1997 per le controverse vicende del centro commerciale “La Piazzetta”, ha rimediato tre condanne per bancarotta fraudolenta: una a due anni e due mesi (confermata in Cassazione), una a tre anni (in primo grado), e l’ultima a sette anni emessa esattamente un anno fa dai giudici del tribunale. Ora bisogna attendere di sapere come i giudici della Cassazione risolveranno quello che Dejala considera un increscioso conflitto di competenze tra tribunali penali e diritto internazionale.

Scontro tra Gran Maestri. Sua Altezza Serenissima potrebbe quindi non essere ancora a conoscenza dell’ultimo inciampo giudiziario. Una bazzecola rispetto al resto: roba al massimo da una multa di 900 euro. E tuttavia forse la storia che provocherà più fastidi a Dejala, perché è una bomba piazzata alla base delle sue pretese dinastiche. Il delitto, per il momento solo ipotesi di lavoro per il pm di Roma che si sta occupando del caso da gennaio, è “usurpazione di titoli o di onori” previsto dall’articolo 498 del codice penale che sanziona «chi si arroga dignità o gradi accademici, titoli, decorazioni o altre pubbliche insegne onorifiche». Ad accusare Dejala è stato Antonio Ruspoli, classe 1945, doppia cittadinanza, italiana e americana. Ruspoli sostiene che Dejala ha usurpato il suo posto di Gran Maestro reggente dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme dei Cavalieri Ospitalieri-Knights of Malta. «Carica a vita, non destituibile e irremovibile – precisa battagliero, mostrando il documento originale firmato dal cardinale Stephanos II Ghattas, nel 2001 patriarca di Alessandria dei cattolici copti – che mi venne conferita nel 2000 dall’allora reggente, il principe don Umberto Stefanizzi».

L’esposto alla Procura di Roma. Ruspoli accusa Dejala di avere tessuto una trama di bugie e di falsi documenti a sua insaputa, durante una lunga malattia che lo ha tenuto lontano per anni dall’assistenza dei Cavalieri Ospitalieri sparsi nel mondo. Di questi, fin dai tempi delle Crociate, l’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme cura gli interessi spirituali. L’Isola dei Cavalieri, ha spiegato Ruspoli nella sua denuncia-querela, «è lo “Stato” nel quale è confluito l’ordine cavalleresco dei Cavalieri Ospitalieri copti. La sua finalità, prevista dalla Costituzione sottoscritta nel 2002 dal cardinale Stéphanos II Gattas, è di contribuire al benessere e alla protezione dei propri cittadini e alla beneficenza verso ogni Nazione, luogo e situazione dell’umanità verso le quali abbia la forza e la capacità di intervenire in favore dei sofferenti. E quindi contro la malattia, la guerra, la fame e la povertà ovunque esse possano umanamente essere contrastate o prevenute». Dejala, prosegue Antonio Ruspoli, invece ha creato un’altra Isola e l’ha fatta Stato «falsificando documenti, inventando la Costituzione e l’inno nazionale».

«Nel suo sito www.isoladeicavalieriprincipato-gov.com – incalza Antonio Ruspoli – documenti veri e falsi sono mischiati in modo da confondere il visitatore. Nel sito, abusivo in quanto non è mai stato autorizzato dal sottoscritto, Dejala si proclama Gran Maestro e appare nelle fotografie durante cene di gala e altri incontri pubblici. Se quelle foto non fossero state tagliate ad arte o rimpicciolite, si comprenderebbe che in quelle occasioni Dejala era solo un accompagnatore, mentre io ero il Gran Maestro. Lui all’epoca era Segretario di Stato e vice primo ministro».

La rottura nel 2002. Già, perché almeno fino al 2000, Costantino Dejala faceva parte dell’Ordine di San Giovanni. «Ma nel 2002 lo allontanai – racconta Ruspoli –, insieme ad altre persone a lui vicine, perché c’era qualcosa nel suo comportamento che non mi convinceva». Eppure, nella valanga di documenti nel sito, ci sono fotografie che ritraggono Costantino II durante visite di Stato e perfino in compagnia di Antonios Naguib, patriarca dei cattolici copti d’Alessandria d’Egitto. «Non so come sia riuscito a ingannare queste persone – taglia corto Ruspoli –. Per quanto mi riguarda, appena ho scoperto cosa aveva combinato ho presentato una denuncia. La magistratura farà chiarezza». Nel suo sito, anche se non precisa in quali circostanze, Costantino II sostiene invece che il suo predecessore A.R. (si presume Ruspoli) è stato destituito per gravissimi motivi nel 2001. «Ma cosa dice! – si indigna il Gran Maestro –. La carica conferitami dal principe Stefanizzi è a vita. Solo io posso dimettermi e non ho alcuna intenzione di farlo».

Il conto corrente. La querelle proseguirà davanti ai giudici romani dove Antonio Ruspoli dichiarerà (lo ha già fatto nella denuncia) che Dejala ha postato nel suo sito gli estremi di un conto corrente «sul quale si invitano i visitatori a fare versamenti». «Tale conto non è mai stato autorizzato dal sottoscritto, unico soggetto che per la Costituzione aveva il potere di farlo – scrive Ruspoli –. Le somme di denaro versate su tale conto potrebbero essere ingenti, considerato che il signor Dejala afferma sul sito che i “cittadini” dell’Isola dei Cavalieri sono ottomila». Solo una volgare questione di soldi, insinua il Gran Maestro determinato a rientrare nei suoi pieni poteri. «Però – conclude, prima di riporre in valigia l’originale della Costituzione dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme dei Cavalieri Ospitalieri – devo riconoscere che Costantino Dejala è stato molto abile. Voglio che venga fatta giustizia, ma non posso far a meno di ammettere che è stato bravissimo. In un certo senso lo ammiro». Noblesse oblige.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La sentenza

Spiagge, sulle concessioni il Consiglio di Stato smentisce il governo: «Proroghe illegittime»

Sardegna

La giunta regionale blocca i nuovi impianti di energie rinnovabili, Alessandra Todde: «Stop al far west e alle speculazioni»

Le nostre iniziative