La Nuova Sardegna

Legge regionale per l’edilizia: gli effetti sull’isola e le reazioni

di Pier Giorgio Pinna
Legge regionale per l’edilizia: gli effetti sull’isola e le reazioni

I primi pareri di tecnici e imprenditori: «Importante avere regole certe e non contraddittorie» Ma tutti preferiscono rimandare le valutazioni finali all’approvazione del Ddl in Consiglio

12 ottobre 2014
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SASSARI. Consensi e critiche. A sentire le reazioni di alcune categorie e di diversi operatori economici, la Legge per l’edilizia raccoglie commenti differenziati. Un campione di pareri limitato (e interessato). Ma serve per farsi un’idea generale.

Le norme appena varate. Un fatto comunque è certo: le disposizioni che sostituiscono il Piano casa si applicheranno, con diversi criteri. I parametri si riferiscono alla zona urbanistica presa in considerazione, al genere di abitazioni, alle finalità legislative.

Analisi. «Salvo alcuni limiti che stabiliscono altri vincoli, mi pare a ogni modo che non ci siano cambiamenti fondamentali – dice l’architetto Salvatore Orani, esponente del mondo dell’imprenditoria edile – Credo che quest’amministrazione, così come quelle che si sono avvicendate in precedenza, abbia capito come il Piano casa attivi interventi di piccole e medie dimensioni favorendo il lavoro delle nostre aziende. Mi pare così d’intravedere limiti ma anche aperture».

Centri storici. Ecco appunto qualche elemento in più per comprendere meglio. Nelle zone A di antichi contesti urbani la legge prevede diverse opzioni di ampliamento. In quelle residenziali (completamento B o espansione C) sarà possibile un incremento volumetrico massimo fino al 20% con un tetto massimo di 90 metri cubi. Si arriva al 30% per migliorare l’efficienze energetica, e al 35%, se la prima casa è più piccola di 95 mq, ma con una soglia massima di 120 metri cubi.

Giudizi. «Già da questi passaggi si capisce quanto sia importante poter contare su poche norme, certe per tutti e collegate tra loro in modo non contraddittorio – spiega Orani – Ancora oggi operare per noi è molto complicato perché le valutazioni di ogni singolo intervento non sono né automatiche né standard. A volte bisogna valutare tanti di quei fattori che alla fine le spese per l’ottemperanza alle procedure da rispettare - spese fisse a Sassari come a Milano o a Roma – nell’isola fanno lievitare i costi di costruzione in modo tale da non lasciare margini di profitto. Mi auguro perciò che una normativa come questa segni una inversione di tendenza».

Operazioni. Il disegno di legge appena predisposto consente di recuperare i sottotetti esistenti con le stesse regole dei centri storici. Esclude tuttavia la chiusura delle terrazze sopra gli attici. Nelle altre zone non sarà invece possibile alcun intervento. Se una famiglia vuole demolire e ricostruire il proprio appartamento, avrà diritto a un “credito volumetrico” fino al 30%. Ma solo a patto che la sua casa non sia su un litorale a meno di 300 metri dal mare. In quel caso - se non si può arretrare l'abitazione fuori dalla fascia di salvaguardia - la ricostruzione deve prevedere un decremento di almeno il 15% e un minore impatto sul paesaggio.

Gli hotel. Ampliare gli alberghi sarà permesso nelle aree residenziali, turistiche e di servizi. Ma non oltre il 25% dell’esistente. E l’operazione verrà ammessa non per consentire di realizzare camere in più, ma soltanto per costruire supporti tecnico-operativi. Come i centri benessere, le sale congressi, le piscine coperte, le beauty farm e così via. Per le strutture ricettive lungo la costa, l’aumento di cubatura verrà autorizzato a meno di 300 metri dalla battigia, solo però dalla parte più distante dal mare, quella chiamata comunemente «lato collina». Nessun intervento sarà concesso nei centri storici o nelle zone di salvaguardia. E ciò vale anche per gli hotel da demolire e ricostruire, con le stesse regole fissate per le abitazioni private.

Le aspettative. «L’importante per noi resta comunque poter ammodernare in maniera globale tutti i servizi insieme», spiega Giorgio Macciocu, presidente di Federalberghi Sardegna. Nell’isola la gran parte degli hotel è stata costruita fra 30 e 40 anni fa. «Questo genere di lavori è così diventata essenziale anche per dilatare la stagione, fornendo ai clienti accoglienza tutti i mesi», aggiunge Macciocu. «La nuova legge mi pare vada incontro alle nostre esigenze perché consente di programmare i tempi e il tipo d’interventi, ma di sicuro andrà studiata nel dettaglio», sottolinea. «Non voglio invece entrare nell’impossibilità di realizzare residence accanto ai campi da golf – dice poi – Mi limito a dire che in altri Paesi, come la Spagna, le cose non funzionano così. E questo perché i giocatori restano intere giornate sul green e hanno necessità di supporti adeguati».

Approfondimenti. C’è comunque chi tra gli operatori del settore considera alcune norme poco rassicuranti. L’urbanista Sandro Roggio spera che l'azzeramento del Pps di Cappellacci costituisca «la fine di una fase incerta, che ha disorientato i Comuni interrompendo l'adeguamento della pianificazione locale al Ppr». E, in attesa di vedere nei dettagli il testo del ddl, chiosa: «Fa bene l'assessore Cristiano Erriu ad avviare il confronto per approvare una legge che superi il Piano casa pensato per dare sponde alla speculazione. I sindaci che ne hanno visto le storture applicative potranno dare utili suggerimenti. Perciò credo che non mancheranno, se ho capito bene, disposizioni per agevolare la riqualificazione di case inadeguate in contesti degradati». «Mi aspetto però molta ma molta prudenza verso centri storici e fascia costiera laddove è estremamente rischioso generalizzare», aggiunge. E conclude: «Se il capo secondo del Piano casa sarà abrogato, il Ppr 2006 riacquisterà pienezza di poteri per fermare vecchie e nuove lottizzazioni in aree tutelate. Impossibili comunque le intese in deroga: se è accaduto, contro le previsioni del Ppr, si è trattato di un fatto illegittimo. Vada a vedere l'onorevole Cappellacci il comma 2 dell'articolo 11 delle Norme».

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