La Nuova Sardegna

la protesta alla regione

Il 10 un presidio dei malati: «Niente tagli sull’assistenza»

Il 10 un presidio dei malati: «Niente tagli sull’assistenza»

CAGLIARI. «Dovrete passare sul nostro cadavere»: i malati non autosufficienti della Sardegna si ritroveranno il 10 dicembre davanti all’assessorato alla sanità, in via Roma a Cagliari, per protestare...

02 dicembre 2014
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CAGLIARI. «Dovrete passare sul nostro cadavere»: i malati non autosufficienti della Sardegna si ritroveranno il 10 dicembre davanti all’assessorato alla sanità, in via Roma a Cagliari, per protestare contro l’annunciato taglio dei fondi per l’assistenza ai disabili gravi e il ritardo, che ha raggiunto i cinque mesi, nel pagamento degli stipendi agli operatori dell’assistenza. È stato Salvatore Usala, segretario dell’associazione malati di Sla, a lanciare la protesta con una lettera aperta al governatore Pigliaru e agli assessori regionali al bilancio e alla sanità: «Vi scrivo perché oramai siamo quasi a Natale, ma non vi interessa minimamente che circa 25mila operatori non prendano lo stipendio, per Natale saranno cinque mesi che la maggioranza di loro non vede un euro. La direzione alle politiche sociali ha fatto determina per circa 90 milioni per la legge 162/98, il "Ritornare a casa" e particolari patologie: nessun euro è arrivato ai Comuni. La ragioneria generale – scrive Usala – non paga per precise istruzioni dell'assessore al Bilancio Raffaele Paci, una cosa vergognosa considerato che queste spese sono fuori dal patto di stabilità». Nella nota Usala chiede losblocco immediato dei pagamenti, l’impegno di Pigliaru a non tagliare di un euro il piano regionale per la non autosufficienza e l’impegno dell'assessore Arru a fare circolari e determina per i fondi nazionali. «Staremo in presidio giorno e notte, in sciopero della fame e della sete totali. Se qualcuno si farà del male sarà vostra responsabilità. Noi siamo risoluti e determinati, non abbiamo nulla da perdere se non abbiamo fondi per retribuire i collaboratori. Rispetto per le aziende in crisi e per i lavoratori in difficoltà, ma noi viviamo un dramma nel dramma per la vostra incivile sconsideratezza».

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