Sau: Pinna faceva arrivare i soldi
Scarcerato l’ex sindaco di Tonara: «Sistema illecito? Non lo sapevo»
ORISTANO. Prima l’interrogatorio, nel quale ha detto di non aver capito di essere entrato a fare parte di un meccanismo criminale e di aver lavorato solo per il bene del suo paese, poi il ritorno a casa. Dopo nove giorni di custodia cautelare in carcere, l’ex sindaco di Tonara, Pierpaolo Sau, torna in libertà. Prima il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Oristano, Annie Cecile Pinello, ha ascoltato quanto aveva da dire sull’inchiesta della «Squadra» degli appalti pilotati, poi ha deciso che non c’erano più le esigenze per prolungare oltre la detenzione del primo cittadino del Comune barbaricino che si era dimesso immediatamente dopo l’arresto scattato martedì scorso. La richiesta di revoca della misura era stata formulata dall’avvocato difensore Marcello Sequi e non aveva trovato l’opposizione del sostituto procuratore Armando Mammone che conduce l’inchiesta sulla presunta associazione per delinquere capace di indirizzare a proprio piacimento una gran quantità di appalti pubblici, di finanziamenti regionali, di incarichi di progettazione e di scambi di favore con quei sindaci che, da privati cittadini, svolgevano la professione di geometri o ingegneri.
Pierpaolo Sau era uno di questi e proprio sul suo ruolo all’interno della vicenda verteva l’interrogatorio di ieri. Qualche giorno fa, l’ex primo cittadino aveva scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere probabilmente perché doveva ancora essere esaminata nel dettaglio l’ordinanza che ne decretava la custodia cautelare in carcere. Successivamente è arrivata la richiesta di sottoporsi all’interrogatorio durante il quale sarebbero arrivate conferme alla linea sostenuta dal pubblico ministero, ma anche un deciso tirarsi fuori dalla partecipazione all’associazione per delinquere, reato che peraltro non gli viene contestato.
Pierpaolo Sau ha detto di aver avuto come proprio punto di riferimento il desulese Salvatore Paolo Pinna che conosceva per precedenti rapporti professionali. Ma, poiché quest’ultimo è considerato dal pubblico ministero Armando Mammone, come il motore della «Squadra», il sindaco ha chiarito di aver intrattenuto rapporti da amministratore perché era una sorta di garanzia: bastava il nome per essere certi che il finanziamento regionale sarebbe arrivato.
Pierpaolo Sau ha però affermato di non aver capito che quel modo di agire potesse oltrepassare il confine della legalità e di aver agito per il bene della propria comunità, mentre dal punto di vista personale non avrebbe avuto alcun profitto. Valutazioni che ovviamente avranno ben altri banchi di prova con l’andare avanti del procedimento. E a proposito di procedimento oggi si svolgerà l’interrogatorio di Giampaolo Fois, dirigente dell’Ufficio Tecnico del Comune di Calasetta.