La Nuova Sardegna

Regioni scettiche sulla nascita degli “hub”

Regioni scettiche sulla nascita degli “hub”

Sarebbero maxi-strutture solo per la prima accoglienza. Oggi l’incontro con governatori ed Anci

17 giugno 2015
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ROMA. Comunque vada, il negoziato europeo porterà nell’immediato poco sollievo al sistema di accoglienza italiano, che ospita circa 90mila migranti e fatica ad assorbire i continui arrivi (già 60mila nel 2015). Ieri una nave con 467 migranti è sbarcata a Catania, mentre un’altra con 544 è approdata a Reggio Calabria. Dunque attesa per l’incontro di oggi tra il ministro dell’Interno, Angelino Alfano e Regioni ed Anci, che dovrebbe portare ad una verifica sul piano di distribuzione delle presenze. Non sarà tuttavia facile piegare i governatori leghisti di Lombardia e Veneto, contrari a nuovi arrivi, mentre la soluzione degli “hub” regionali incontra opposizione. Regioni e Comuni chiedono inoltre più fondi e velocità nell’esame delle richieste d’asilo.

L’obiettivo del ministero è sempre quello di riequilibrare il peso dell’accoglienza che in questo momento grava soprattutto su Sicilia (20%) e Lazio (11%), mentre la Lombardia ha solo il 9% dei profughi e il Veneto il 4%. L’ultima circolare del Viminale ai prefetti invita a trovare circa 8mila posti nelle regioni “in debito”. Mario Morcone, capo Dipartimento del ministero dell'Interno, che coordina il piano, ripete che «si cercheranno scelte non imposte dall’alto». Ma, senza accordi degli enti locali, ai prefetti resta sempre l’ultima arma della requisizione degli immobili.

Intanto, l’indicazione partita è quella di alleggerire il più possibile le strutture per fare spazio ai nuovi arrivi. Punto chiave del piano di «accoglienza diffusa» del Viminale è la creazione in ogni regione di un hub, un centro dove fare un primo screening dei migranti per poi dirottarli verso altre strutture. Finora ce n’è solo uno, a Bologna. Il governatore del Veneto Luca Zaia: «La falla è a monte, a valle non possiamo svuotare il mare con un cucchiaino». Il presidente della Toscana Rossi, ritiene che «l’hub vada evitato perché si ispira a una logica concentrazionaria». La riunione, dice il presidente della Conferenza delle Regioni, Chiamparino, «serve innanzitutto a dare un messaggio unito e forte all’Europa, poi a verificare il monitoraggio del programma del Viminale Regione per Regione». Una delle criticità segnalate è la lentezza delle procedure di verifica delle domande di asilo. «Credo che sei mesi dovrebbero essere il tempo massimo», osserva Chiamparino. In piedi l'ipotesi di ricorrere alle caserme dismesse per allestire gli hub.

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