La Nuova Sardegna

Abbattuto un locale abusivo a Marinella

di Marco Bittau
Abbattuto un locale abusivo a Marinella

Olbia. Sul ristorante in spiaggia “Da Lello” pesavano tre ordinanze di demolizione, la prima del 1987

20 giugno 2015
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OLBIA. La ruspa è entrata in azione ieri, di buon mattino, ben prima dell’arrivo dei bagnanti che ogni giorno d’estate affollano Marinella, una delle spiagge più belle e chic del litorale olbiese. C’è da abbattere un chiosco-ristorante piuttosto noto, “Da Lello”, quasi un’istituzione per gli habituè della vacanza in spiaggia. Peccato che il locale sia completamente abusivo. Nessuna traccia di concessioni, niente di niente. Inappellabile la sentenza del Servizio tecnico del Comune: demolizione. Così, con un paio di colpi di benna, della veranda coperta non è rimasto più nulla. Al chiosco e al gazebo gli operai penseranno tra qualche giorno, giusto il tempo per il proprietario di smontare e portare in salvo le cucine.

All’arrivo in spiaggia della ruspa di un’impresa d’appalto al servizio del comune di Olbia, “scortata”dagli agenti del comando di polizia locale, incaricati di garantire la sicurezza dei tecnici e degli operatori, si è temuto il peggio. Tensione alle stelle con il proprietario del locale, Lello Orecchioni (insieme ai familiari, moglie e figli) che inutilmente ha cercato di evitare la demolizione. Soltanto grazie alla grande professionalità degli agenti, guidati dal comandante Gianni Serra, e al buon senso e alla disponibilità dello stesso Orecchioni tutto si è svolto senza complicazioni e incidenti.

Il chiosco-ristorante “Da Lello”, non era uno di quei locali corsari che spuntano dal nulla tra il giorno e la notte. E con la stessa velocità scompaiono. Al contrario, era stato realizzato negli anni Ottanta ed era sopravvissuto a tutti i controlli ancora prima che a bufere e mari in tempesta. Per ben tre volte al titolare era stata ordinata la demolizione delle opere abusive, cioè tutto il locale, ma non era mai successo nulla. Praticamente, un record. Il primo provvedimento di demolizione risale al 1987, il secondo al 1998 e il terzo al 2011. Tutti finiti nel nulla. Ieri mattina il quarto provvedimento, ma questa volta niente sconti.

Nel dettaglio, l’ordinanza emessa dal Servizio tecnico del Comune ha disposto la demolizione del chiosco, del gazebo e della veranda per una superficie di circa 300 metri quadrati, oltre il ripristino dello stato dei luoghi. Per il momento sono stati demoliti gli infissi e la veranda coperta, in attesa che i proprietari sgomberino la cucina. Solo qualche giorno di tregua, perché la ruspa tornerà in azione la prossima settimana. E sarà tabula rasa.

L’ordinanza del Servizio tecnico parla chiaro: l’area su cui ricadono gli immobili risulta classificata come zona omogenea F, cioè “Turistica” all’interno del vigento strumento di pianificazione urbanistica, cioè il Programma di fabbricazione. In questo quadro normativo «le opere edilizie sono state realizzate in assenza della prescritta concessione edilizia e in assenza del nullaosta dell’Ufficio tutela del paesaggio, pertanto sono da ritenersi completamente abusive e lesive dei pubblici interessi. Occorre quindi ordinare la demolizione di quanto realizzato e la riduzione in pristino dello stato dei luoghi a cura e spese dei responsabili dell’abuso».

Anche di fronte a un abuso così vistoso, la presenza di una ruspa in spiaggia ieri mattina ha destato stupore e sconcerto tra i bagnanti. Marinella, tra l’altro, non è una spiaggia qualsiasi, è una delle più belle in assoluto della costa e anche una delle più raffinate. Roba per turisti ricchi che per il noleggio di un ombrellone possono spendere anche cifre notevoli. Per questo è terra di conquista e vacca da mungere per un esercito di veri o presunti concessionari balneari. Difficile trovare un fazzoletto di spiaggia libera e questo è un grave problema. Così da qualche mese l’amministrazione comunale di Olbia si è dotata di un Piano di gestione del litorale (il Pul) che stabilirà nuove regole e una disciplina organica per la gestione della parte più pregiata del territorio. Significa che, almeno nelle intenzioni, si cercherà di porre un argine all’occupazione selvaggia delle spiagge e di governare l’universo delle concessioni balneari dove in tanti anni di deregulation si sono consumati tanti abusi.

@marcobittau

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