La Nuova Sardegna

Alghero, anche i Bastioni perdono pezzi

di Gian Mario Sias
Alghero, anche i Bastioni perdono pezzi

Le mareggiate hanno eroso il terrapieno. Un anno fa cedette la ringhiera, un uomo precipitò e morì

24 luglio 2015
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ALGHERO. Pochi giorni dopo la tragedia sfiorata a Platamona, un brivido di paura scuote gli amministratori della Riviera del Corallo. Anche i bastioni di Alghero perdono pezzi. Le mareggiate invernali hanno scalzato alla base la muratura di contenimento che sostiene un tratto della passeggiata rialzata dal lungomare. La forza della natura ha provocato uno “sgrottamento parziale”, termine tecnico con cui Giovanni Spanedda, ingegnere, dirigente del settore Opere pubbliche, spiega l’accaduto. Due metri di altezza e otto di larghezza per uno e mezzo di profondità: si tratta di un “buco” nel terrapieno di circa 24 metri cubi, lungo il tratto compreso tra la torre Sulis e la torre San Giacomo, che ad Alghero è per tutti la “torre dei cani”. Niente di grave, per il momento, ma abbastanza per preoccupare il sindaco Mario Bruno e gli uffici comunali. Ancora è troppo fresco il ricordo della morte di Domenico Nurra, pensionato di 71 anni, precipitato nel vuoto per il cedimento di un tratto di ringhiera a pochi metri dal punto in cui oggi sono intervenuti i tecnici comunali, allertati dalla segnalazione di qualcuno che ha notato tutti quei massi sulla piccola spiaggia di fronte allo storico ristorante “La Lepanto”. E in più si è aggiunto il grande spavento di qualche giorno fa, perché quello che è successo alla rotonda di Platamona ha rialzato il livello di guardia in tutto il territorio. È passato poco più di un anno da quel tragico 28 marzo 2014. Nel frattempo ci sono state le elezioni, il Comune è uscito dal commissariamento e l’amministrazione Bruno, tra i primi provvedimenti, si è subito occupata della sicurezza di quelle ringhiere ritinteggiate maldestramente. Un primo progetto, più complesso, era stato bocciato dalla Soprintendenza, che invece aveva dato il via libera alla seconda proposta, per la quale il municipio ha speso 60mila euro. Da pochi giorni sono finalmente disponibili i 400mila euro promessi e stanziati dalla Regione Sardegna.

«L’approvazione del bilancio di previsione ha sbloccato quei fondi, che arriveranno in cinque anni e che abbiamo ottenuto di poter utilizzare per un progetto più complesso», spiega Mario Bruno. L’idea è di coinvolgere una cordata di imprenditori disposti a investire, qualcuno che si faccia carico del rifacimento di tutta quella terrazza da cui Alghero si specchia sulle splendide acque del golfo di Capo Caccia. Il premio in cambio sarebbe la gestione dei prestigiosi immobili del lungomare, il Caval Marì e il Balaguer.

I tempi del bando sono ormai imminenti, «entro la prossima settimana contiamo di pubblicare il documento che avvierà un concorso di idee internazionale», spiega Bruno. Si tratterà di un project financing, e l’idea condivisa con la Regione era di utilizzare quei 400mila euro, inizialmente stanziati per le sole ragioni di sicurezza, per la progettazione. Ma da oggi una parte di quei soldi verrà richiesta con urgenza per rattoppare la crepa prodotta dal mare. «Serviranno 50mila euro e potremmo prenderli da lì – spiega il dirigente Spanedda – oppure chiedere al governo regionale di poter accedere alle somme residue dei finanziamenti per l’erosione costiera, ossia la stessa linea di finanziamento con cui abbiamo messo in sicurezza le grotte di Nettuno».

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