La Nuova Sardegna

Finito l’esilio, Peru può tornare a Sorso

di Nadia Cossu
Finito l’esilio, Peru può tornare a Sorso

Il Riesame annulla l’ordinanza che impediva al vice presidente del consiglio regionale di risiedere nel comune

16 settembre 2015
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SASSARI. È finito ieri mattina l’esilio forzato del vicepresidente del consiglio regionale Antonello Peru. Un divieto di dimora disposto dal gip Giuseppe Grotteria lo ha infatti tenuto lontano dal suo comune di residenza – Sorso – per più di un mese. Ora può tornare in paese ma non ancora nella sua casa fronte mare di Marritza finita sotto la lente di ingrandimento della Procura di Sassari lo scorso agosto per presunti abusi edilizi: la villetta secondo l’accusa sarebbe stata demolita e ricostruita interamente, invece che ristrutturata in base al piano casa scaduto nel novembre del 2014. La difesa, invece, sostiene – anche sulla base di una consulenza di parte – che non ci sia stata alcuna demolizione integrale ma una ristrutturazione «regolarmente concessionata«. La casa è ancora sotto sequestro preventivo e solo il 21 settembre gli stessi giudici si pronunceranno sul ricorso dei legali difensori Luigi Esposito, Marco Enrico e Marcello Bazzoni.

Il tribunale del Riesame. Ieri, la clamorosa decisione dei giudici del Riesame: annullata l’ordinanza del gip impugnata dalla difesa e di conseguenza revocate nei confronti di Peru e degli altri cinque indagati le misure che erano state loro rispettivamente applicate: divieto di dimora a Sorso per Peru (il pm aveva addirittura chiesto la custodia in carcere) e sospensione dal servizio per 4 mesi per tutti gli altri. Il Riesame ha dichiarato inoltre inammissibile l’appello proposto dal pm Carlo Scalas che chiedeva misure più severe.

Abuso edilizio e abuso d’ufficio in concorso. L’inchiesta ha coinvolto, oltre all’esponente politico di Forza Italia, Enrico Cabras, comandante della polizia intercomunale della Romangia con competenze nei territori di Sorso e di Sennori; Maurizio Loriga, dirigente dell’ufficio tecnico comunale di Sorso; Marco Del Rio, ingegnere dell’ufficio tecnico e responsabile del servizio Manutenzioni del Comune. Indagati per gli stessi reati Alessandra Piras, architetto, compagna di Antonello Peru e progettista della ristrutturazione della villetta, e Angelo Antonio Dedola, titolare dell’impresa che ha eseguito i lavori. A carico di tutti i cinque indagati – assistiti dagli avvocati Mariano Mameli, Pasquale Ramazzotti, Gabriele Satta, Sergio Milia, Maria Claudia Pinna e Loredana Martinez – erano stati ipotizzati i reati di concorso in abuso d’ufficio, abuso edilizio e falso. La difesa Peru. L’esponente politico del centrodestra più votato alle elezioni del 2014 non vuole rilasciare dichiarazioni e allontana i toni trionfalistici. Stessa cosa fanno i suoi avvocati Esposito, Enrico e Bazzoni: «Prendiamo semplicemente atto con soddisfazione della bontà delle nostre tesi e ora aspettiamo di leggere le motivazioni della sentenza».

La nullità dell’ordinanza. Secondo gli avvocati, il gip avrebbe «omesso di descrivere sommariamente i fatti» e, in merito alla presunta costruzione abusiva in zona di notevole interesse pubblico «non avrebbe neppure indicato la tipologia dei presunti abusi, l’ubicazione dell’immobile, la natura dei vincoli». Così come per quanto riguarda il reato di falso ideologico in atto pubblico, «non si indica quale sia l’atto pubblico oggetto di falsificazone». I legali ritengono anche nullo il decreto di autorizzazione alle intercettazioni emesso dal gip a luglio del 2014. In merito invece all’appello cautelare proposto dal pm i legali ritengono debba considerato nullo perché presenterebbe diversi «profili di inammissibilità».

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