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«Se fossi un barista non li userei»

«Se fossi un barista non li userei»

Il giovane che lavora con gli aghi giustifica il provvedimento

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SASSARI. «Non dico che sono d’accordo con la preside di Arzachena, ma in una scuola alberghiera, come in un ristorante credo sia giusto entrare senza piercing». La dichiarazione che non ti aspetti arriva da uno che ha solo 24 anni e da quando ne aveva 19 per mestiere buca la pelle di ragazzi e ragazze, a volte anche nelle parti più impensabili del corpo. Daniele Sanna lavora nel Tatoo Crew Production di Stefano Moretti in via Porcellana a Sassari e difende con forza la sua passione, ma riconosce che in alcune circostanze il piercing può creare un problema. «Noi lavoriamo con materiali certificati - spiega Daniele - e i macchinari che utilizziamo sono gli stessi che usano i dentisti. L’igiene è la nostra prima regola - aggiunge - ma posso capire quello che è accaduto ad Arzachena. Io sarei il primo - spiega - a lamentarmi se trovassi un piercing dentro il piatto e io stesso se lavorassi al bar o in ristorante lo toglierei. Detto questo - conclude - ci sono ancora troppi pregiudizi nei confronti di questo tipo di decorazione del corpo che ha origini antichissime». (l.f.)

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