La Nuova Sardegna

Referendum anti trivelle Ganau: isola in prima linea

Referendum anti trivelle Ganau: isola in prima linea

La Sardegna e altre nove regioni chiedono la delibera per la consultazione Il presidente del consiglio: l’obiettivo è il blocco di tutti i progetti vicino alle coste

01 ottobre 2015
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CAGLIARI. Trivelle a rischio referendum entro il 2016. A meno che il governo non decida di mettere mano al “decreto sviluppo” e allo “sblocca Italia” per ritirare il via libera alle piattaforme petrolifere entro le dodici miglia dalle coste e riaprire alla concertazione delle regioni sulle regole da rispettare per la ricerca marina e terrestre di nuovi giacimenti energetici. I rappresentanti di dieci Consigli regionali, espressione di regioni quasi tutte governate dal Pd, hanno infatti depositato in Cassazione le delibere per la consultazione popolare sull’abolizione di sei norme, una del decreto sviluppo - quella sulle dodici miglia - e le altre cinque sulle procedure. In campo sono scese oltre alla Sardegna, Basilicata, Marche, Puglia, Abruzzo, Calabria, Campania, Molise insieme a Liguria, l'unica guidata da Forza Italia, e Veneto, governato dalla Lega. Ora si attende che l'Ufficio referendum della Suprema Corte, entro un mese circa, attesti la correttezza formale dei quesiti e li inoltri alla Corte Costituzionale che ne valuterà l'ammissibilità rispetto al nostro sistema di norme. «Il referendum interviene, ha spiegato il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, «su alcune norme del Decreto Monti, quelle contenute nell'articolo 35 che estendono il divieto di trivellazione in mare alle 12 miglia, riattivando contestualmente i procedimenti bloccati dal governo Berlusconi, 25 progetti che prevedono attività di ricerca ed estrazione entro le 12 miglia». «L'abrogazione di alcune norme dell'articolo 37 del decreto Sblocca Italia - ha proseguito Ganau - pone invece l'attenzione su un altro tema legato alla partecipazione delle Regioni, dei territori e delle popolazioni alle decisioni assunte dallo Stato su temi che li riguardano da vicino come la pianificazione di studi, la ricerca e l'estrazione di idrocarburi». Il senso dell'azione referendaria, ha riassunto Ganau, «è il blocco di tutti i progetti in essere e la sua approvazione farà sì che il divieto sia assoluto e non superabile, in quanto non potrà più essere introdotta alcuna norma che lo consenta».

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