«Nessuna speranza di poter costruire»
Regione, ambientalisti e parlamentari compatti: sì al dialogo, ma i vincoli non possono essere aggirati
SASSARI. Più milionario che magnate. Michael Harte sembra avere il cuore più grigio cemento che verde ambiente. Il nuovo padrone di Budelli si presenta al Ministero con in mano un progetto. Volumetrie, coperture fatte di bambù, campi boe, pontili, tetti e piani rialzati da costruire sui ruderi. E altri due allegati tutti dedicati alle isole accanto, Razzoli e Santa Maria. Un masterplan, il termine è nelle carte, che per ora sembra non avere trovato molti consensi.
Bon ton. Il primo approccio a livello istituzionale è più vicino allo scivolone che al successo. Al tavolo non vengono invitati il Comune della Maddalena e la Regione. Ci sono solo i legali di Harte, il ministero e i rappresentanti del Parco. Gli avvocati del magnate prima mostrano i progetti ipotizzati su Budelli, poi lanciano l’idea di una fondazione per gestire un’osservatorio naturalistico. Il ministero sembra affascinato, ma in meno di 24 ore fa marcia indietro e in un comunicato prende le distanze. Il parco sembra non avere troppo gradito già dall’inizio. La politica è già in trincea. Per il magnate un flop. L’attacco di Pili. Dal primo minuto il deputato di Unidos Mauro Pili ha contestato il progetto di Harte. «Siamo solo all’inizio – afferma –. Presenterò una interrogazione contro questo progetto che mette a rischio il futuro di Budelli. Parliamo di un raddoppio delle volumetrie, della creazione di un campo boe, di un pontile verso il mare e dello sfruttamento di tre isole. Tutto in un parco naturalistico. Questo con l’avvallo del ministero».
La Regione. La Regione è più equilibrata anche se fa capire che non lascerà spazio a speculazioni edilizie. «Qualsiasi scelta che riguarda Budelli non potrà essere compiuta in assenza della Regione – spiega l’assessore all’Ambiente Donatella Spano –, che continuerà a rivestire un ruolo di primo piano per garantire la tutela dell’isola. L'assessorato ha attivato le interlocuzioni con il Ministero perché la Regione sia coinvolta e si abbia chiarezza su qualsiasi ipotesi di intervento, compresa un’eventuale costituzione di fondazione. La Regione è parte attiva nelle valutazioni di ogni possibile azione in quanto Budelli è un patrimonio prezioso per tutti i sardi».
Zanchetta. L’intervento della Regione viene chiesto anche dal consigliere maddalenino dell’Upc Pierfranco Zanchetta. «Non è possibile escludere il Comune e la Regione nel dialogo sul futuro di Budelli – dice Zanchetta –. Ma credo che alcune reazioni siano esagerate. Ci si dimentica che ci sono vincoli severissimi che di fatto rendono impossibile costruire. Per quello che mi riguarda non demonizzo il privato. Dobbiamo al contrario incentivare uno sviluppo compatibile delle isole. Nessuno più dei maddalenini ha a cuore il proprio patrimonio. Ricordo che nle 1985 Budelli, posseduta dal commendatore milanese Pizzoni, un architetto toscano proponeva di realizzare un hotel da 50mila metri cubi. Ci fu una sollevazione popolare che impedì l’operazione. Non abbiamo bisogno di Pili per vigilare sulle nostre isole».
Gli ambientalisti. Il gruppo di intervento giuridico è certo che il progetto non possa essere realizzato. «I lraddoppio delle volumetrie se lo scordi. Budelli è tutelata con vincolo paesaggistico e vincolo di conservazione integrale. È inedificabile in base alla disciplina del Ppr, e l’arcipelago della Maddalena è un parco nazionale, area Sic e Zps».