La Nuova Sardegna

A Monte Urpinu la città dei volontari

A Monte Urpinu la città dei volontari

La Regione destina alle associazioni l’ex deposito dell’aeronautica militare. Un parco da 15 ettari al centro dell’area urbana

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CAGLIARI. Secondo il presidente della giunta regionale, Francesco Pigliaru, si vivrebbe peggio in Sardegna se non ci fosse un volontariato attivo che si materializza sotto gli occhi della cittadinanza quando scatta un allerta meteo oppure arriva nel porto di Cagliari una nave col suo carico di esseri umani bisognosi di tutto. Ma ciò che diventa evidente e crea qualche compiaciuto stupore davanti alla pronta risposta nelle emergenze, vive e opera tutti i giorni per assistere malati terminali negli hospice, bambini negli ospedali, anziani a casa, madri e figli fuggiti da chissà quali violenze e nuovi poveri che ricevono pacco alimentare, abbigliamento, libri per la scuola. Ecco perché, a tutte queste persone, 50mila per la Sardegna nell’ultimo rapporto sul volontariato in Italia, la giunta regionale ha deciso di dare ciò che fu chiesto ufficialmente nel 2013 a conclusione dell’assemblea generale delle associazioni di volontariato della Sardegna (che sono 1.703): una casa.

Ieri il presidente della giunta regionale Francesco Pigliaru e l’assessore all’Urbanistica Cristiano Erriu si sono incontrati con i componenti dell’Osservatorio regionale del volontariato nell’ex deposito di carburante dell’aeronautica militare ai piedi di Monte Urpinu, un parco lussureggiante di 15 ettari con edifici per 6.400 metri quadri di superfici coperte. La giunta regionale ha deliberato di assegnare alle associazioni sarde questi spazi, un comitato Regione-Osservatorio stabilirà i criteri per scegliere le associazioni che potranno avere un punto d’appoggio in un luogo incantato.

C’è molto da fare per rendere utilizzabili palazzine, scantinati, vani tecnici, ma il complesso è in buone condizioni, pochi sono i pezzi che devono essere ristrutturati. I cittadini del quartiere avranno accesso al parco perché è nei patti che il complesso sarà aperto al pubblico, i campi sportivi e l’anfiteatro diventeranno servizi che il quartiere ha recentemente rivendicato quando ha chiesto che la casa del comandante della base (fuori dal parco) fosse assegnata agli abitanti anziché venduta. Franco il commento di Erriu: quel terreno vale 4 milioni di euro mentre il caseggiato è quasi un rudere inservibile, gli abitanti avranno a disposizione questo parco. Tornando all’incontro di ieri: il versante est di Monte Urpinu dai militari passerà interamente al volontariato e, accanto, in altri 12 ettari, alla Coldiretti per orti urbani e fattorie didattiche. A Pigliaru è piaciuto sottolineare il passaggio di queste aree dall’uso militare ad attività di pace. Un cenno anche alla caserma Ederle di Calamosca, immersa in un altro paradiso vicino a una zona affamata di servizi. Come si trasformerà il complesso di Monte Urpinu? Nelle mani dell’assessore una tesi di laurea su un possibile uso. Per il 12 dicembre i volontari hanno già organizzato il taglio simbolico del filo spinato di recinzione da parte di studenti convocati apposta. I volontari hanno la giusta fretta di entrare nella loro bella casa, la collettività che l’operazione sia gestita nella massima trasparenza e con l’occhio all’operatività effettiva delle associazioni. (a. s.)

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