La Nuova Sardegna

Il futuro legato alle scelte dell’Ue

Il futuro legato alle scelte dell’Ue

Deiana: impossibile decidere prima che si chiuda la procedura di infrazione

29 novembre 2015
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CAGLIARI. Dai cieli all’abisso. Tutto in una sentenza. La Regione è immobile. Ma non può fare altro che aspettare la decisione dell’Europa. Il nodo che potrebbe far precipitare le low cost e farle sparire dai cieli sardi è nella pronuncia sulla procedura di infrazione che l’Ue porta avanti dal 2013.

Legge 10. Al centro c’è la legge 10. La legge voluta dalla giunta Cappellacci che ha distribuito nei tre scali sardi 27 milioni di euro per tre anni, dal 2010 al 2013. Soldi che venivano girati alle low cost per convincere a creare rotte negli aeroporti sardi. Per l’Europa una pratica che altera la concorrenza. Da qui la procedura. Se l’Ue decidesse che la pratica è lecita si aprirebbe un nuovo scenario e la Regione potrebbe di nuovo dare i fondi. Se l’Europa deliberasse che la legge ha distribuito soldi in modo indebito la questione potrebbe diventare molto pericolosa. In almeno due casi. Nel primo le compagnie dovrebbero restituire i soldi. Nel secondo potrebbero essere gli scali. E in questo caso gli aeroporti con inattese voragini nei loro bilanci rischierebbero fallimenti a catena.

L’assessore. L’assessore ai Trasporti Massimo Deiana ha in mente le opzioni, ma si limita a un diplomatico: «Attendiamo le decisioni dell’Europa prima di compiere scelte definitive». Ma non va oltre. Il caso Ryanair rimane al centro dei suoi pensieri. Per ora si cerca di capire se la compagnia irlandese cerchi con questi mezzi annunci di creare una situazione di panico e spingere imprese e politica a chiedere un intervento risolutivo alla Regione. In altre parole un modo per dare nuove risorse alle low cost.

La strada chiusa. Sembra impraticabile l’apertura di un tavolo a tre con Regione, Ryanair e Antitrust europea. Difficile convincere che non si vuole favorire una compagnia seduti a un tavolo con la compagnia.

L’attesa. Per ora non si può che scrutare il web e attendere. In realtà non ci sono annunci ufficiali, l’unica cosa è che da aprile mancano una parte dei voli. «Ma nulla impedisce che tra qualche settimana vengano venduti», dice Deiana. In altre parole se a gennaio le caselle restano vuote ci si deve allarmare. Per ora ci sono conferme indirette, come le lettere inviate ai dipendenti degli scali di Cagliari e Alghero in cui si chiede di scegliere una base alternativa.

I numeri. È stato fatto anche un calcolo di quanto sarà consistente il taglio. Su Cagliari da aprile ci sarà un 30 per cento in meno, su Alghero si arriva al 50 per cento. A venire cancellati sono più i voli interni, oltre il 60 per cento. Ma i dubbi maggiori vengono se si osserva la scelta delle tratte che verranno tagliate e il periodo. In estate il numero di passeggeri cresce in modo verticale e aumenta anche il numero dei voli. Complicato pensare che la compagnia si privi di un guadagno certo.

La via di fuga. Esiste anche una via di fuga che forse non dispiacerebbe all’assessore Deiana, ma che non può dire. «La Regione per il suo ruolo pubblico per ora non può dare contributi alle low cost per coprire delle rotte – dice l’assessore – a meno che l’Europa non dia il via libera». Ma questo non significa che altre istituzioni, o privati, possano in qualche modo trovare una ricetta per incentivare l’arrivo di nuove compagnie negli scali della Sardegna.

In altre parole se la Regione ha le mani legate come ente pubblico, il privato, o le associazioni di categorie potrebbero mettere sul piatto risorse fresche per rendere appetibili le tratte sarde.

La missione. «Mi sembra positiva la missione in Irlanda della compagnia di gestione dell’aeroporto di Alghero per parlare con Ryanair – afferma Deiana –, potrebbero anche ottenere impegni importanti sul futuro della compagnia in Sardegna».

Ma se Ryaniar va via dall’isola significa che qualcuno gli offre qualcosa di più. «Non so se sia possibile – conclude Deiana –. Nel senso che le regole europee sono uguali per tutti: nessun contributo pubblico alle compagnie aeree private. Poi se esistono altri tipi di accordo io non ne sono a conoscenza». (l.roj)

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