“Barbablu”, risate e piccoli brividi al Ferroviario
Sassari, applausi e pienone per la favola di Perrault riletta dalla compagnia “La botte e il cilindro”
SASSARI. Piccoli brividi e risate nel fine settimana del Ferroviario con “Barbablu”. Il testo tratto dalla celeberrima fiaba di Charles Perrault riscritto e diretto da Pier Paolo Conconi. Un atto unico che vola via in un’ora, adatto al piccolo pubblico che ha riempito il teatro sabato e domenica. Una precisa macchina scenica ricca di trovate interpretative e scenografiche, colori e ritmi comici da commedia dell’arte. La trama noir che ha reso celebre la fiaba ha tenuto col fiato sospeso i bambini, mentre tutti hanno potuto apprezzare la prova degli attori, la creatività dei costumi, delle luci e delle scene, per una storia che, molto facilmente, poteva scivolare sul banale. Pericolo sempre in agguato per le riscritture delle favole. Dopo averle viste e riviste, lette e rilette tra cinema e cartoni animati, il rischio di riproporre la minestra riscaldata è sempre dietro l’angolo. Così non è stato; merito della regia che ha curato il ritmo, sfruttando la suspanse del divieto: «non aprire mai quella porta», della scenografia capace di visualizzare gli spazi del castello misterioso, della trovata delle chiavi che arrivano dall’alto, oggetto-fulcro della storia. Della colonna sonora veloce ed incalzante del quale motore pulsante è la musica di Rossini.
E merito degli attori: Stefano Chessa nel ruolo di Barbablù, vocione impostato e tonante da cattivo di cartone, Luisella Conti che è Oracolo il servo muto, un “Arlecchino”che da grande prova di grammelot, linguaggio espressivo di omeopatie esilaranti, Nadia Imperio che è Dappertutto bella invenzione del servo tedesco, vero metronomo e spalla della scena, e Consuelo Pittalis nella parte della settima moglie di Barbablù: Doralice. Bambola curiosa e tenera per la cui sorte i bambini fremono e parteggiano. Attesa e silenzio un po’ spaventato che si scioglie nelle risate e negli applausi finali.
La ventisettesima edizione della rassegna “Famiglie a teatro” organizzata dalla Botte e cilindro conferma il riconoscimento del ministero dei Beni culturali, un patrimonio della città che si rivolge ai più piccoli. E questi bambini che partecipano e fremono per le sorti dei personaggi reali sul palco sono un patrimonio anche loro, perché non dimenticheranno mai la bellezza dell’arte dal vivo nel mondo del gioco virtuale.