Saieva: nell’isola la mafia non attecchisce
CAGLIARI. «Il tessuto sociale della Sardegna non favorisce la radicazione e diffusione delle mafie. Il carattere individualistico dei sardi li rende in qualche modo resistenti al sistema di...
CAGLIARI. «Il tessuto sociale della Sardegna non favorisce la radicazione e diffusione delle mafie. Il carattere individualistico dei sardi li rende in qualche modo resistenti al sistema di assoggettamento tipico dell'organizzazione criminale mafiosa. Non è sufficiente che ci siano detenuti per reati di mafia per creare il serio pericolo di infiltrazioni mafiose». Lo ha detto il procuratore generale Roberto Saieva (foto) rispondendo ad una domanda della presidente di Socialismo Diritti Riforme, Maria Grazia Caligaris, durante un corso di aggiornamento su «Gestione detenuti 41bis e Alta Sicurezza», che si è svolto nel carcere di Uta nella giornata dedicata alle vittime delle mafie. «Le mafie - ha precisato il pg Saieva - si alimentano se riescono a penetrare nel tessuto sociale diffondendo la cultura parassitaria e sostenendosi con l'istituzionalizzazione dell'attività estorsiva con l'intimidazione e l'omertà. Pensare che possa esserci un automatismo tra detenuti in carcere e mafia è una preoccupazione infondata. È vero invece che occorre guardare, e lo si sta facendo da tempo, a quanto avviene con reinvestimenti di cospicui fondi, in realtà come quelle del turismo in diverse zone della Sardegna. Si tratta di aree particolarmente esposte anche a interessi economici di investitori dell'est europeo».