Confesercenti: "In due mesi chiuse oltre 400 imprese sarde"
La denuncia di Roberto Bolognese, vicepresidente vicario dell’organizzazione a livello regionale: «Nessun risveglio dei consumi, ma una contrazione grandissima».
SASSARI. Nei primi due mesi dell’anno in Sardegna hanno chiuso oltre 400 piccole imprese, di cui 313 nel commercio al dettaglio, 136 nel settore dell’alloggio e somministrazione e 18 del commercio su area pubblica, in controtendenza rispetto agli ultimi quattro anni, caratterizzato da saldi positivi. «La politica delle liberalizzazioni del decreto Salva Italia ha creato più danni che vantaggi, soprattutto qua nell'isola», denuncia Roberto Bolognese, presidente provinciale di Confesercenti Cagliari e vicepresidente vicario dell’organizzazione a livello regionale, nel rendere noti i dati. «Non c’è stato un risveglio dei consumi, anzi, una contrazione grandissima che ha creato questo disastro». Confesercenti sollecita una legge per frenare l’apertura dei grandi centri commerciali e misure contro l’abusivismo.
All’inizio dell’anno risultavano registrate in Sardegna 20.407 imprese del commercio al dettaglio, di cui 16.774 nel comparto non alimentare e 3.633 in quello alimentare. Le imprese del comparto «alloggio e somministrazione» erano 13.966, delle quali 1.328 del solo settore alloggio. Per molte di loro, secondo Confesercenti, si prospettano due anni difficili: «Nell’area vasta di Cagliari si stanno per realizzare 70mila metri quadrati di nuovi centri commerciali», ricorda Bolognese, «che applicano aperture incondizionate. Si pensi che quest’anno apriranno anche a Pasquetta, e in qualche modo stanno cambiando gli usi e consumi del nostro territorio, portando la gente a fare la gita fuori porta dentro queste strutture. È necessaria e urgente una legge che regolamenti queste nuove aperture, perchè si corre il rischio di mettere in ginocchio definitivamente il commercio al dettaglio».
«I dati recentemente diramati dall’Istat ci dicono che a gennaio le vendite al dettaglio restano ferme», sottolinea Gianbattista Piana, direttore di Confesercenti Sardegna, che ribadisce anche la necessità di contrastare l’abusivismo pressochè dilagante.
«La deflazione e la contrazione dei consumi stanno letteralmente distruggendo il tessuto imprenditoriale dei comparti di nostro riferimento - spiega Bolognese -, il mercato sardo risulta condizionato da una contingenza economica negativa straordinaria. Basti pensare che il rapporto cancellazioni/iscrizioni nell’isola è di gran lunga più accentuato rispetto all’equivalente dato nazionale, fatta eccezione per la ristorazione. La soluzione non può che passare attraverso una robusta ripresa dei consumi interni».