La Nuova Sardegna

Migranti in rivolta, tregua sino a martedì

di Luciano Onnis ; di Luciano Onnis

I 220 rifugiati si oppongono all’identificazione: hanno paura di essere costretti a rimanere nell’isola

27 marzo 2016
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CAGLIARI. Sarà tregua fino a martedì, poi, se non otterranno quanto richiesto, i 220 profughi eritrei e somali arrivati a Cagliari con una nave spagnola e ospiti da lunedì nell'ex motel Agip riprenderanno la loro protesta. Insomma, minacciano forme di contestazione ancor più eclatanti e di disturbo di quella attuata venerdì, quando hanno rallentato e a tratti paralizzato per alcune ore il traffico automobilistico nella zona dell’albergo. Per fortuna tutto si è svolto senza alcun problema di ordine pubblico e solo qualche automobilista infastidito ha reagito verbalmente contro i manifestanti. I profughi - lo hanno ribadito anche ieri - non vogliono stare in Sardegna e in Italia, chiedono di poter proseguire il loro viaggio della speranza verso la Germania, la Svizzera e l’Inghilterra, dove sanno di poter trovare familiari, parenti e amici che lì si sono già stabiliti. Ma finché non si lasceranno identificare e far prendere le impronte digitali, non potranno chiedere asilo politico e ottenere così il permesso di lasciare l’isola per raggiungere la destinazione scelta al momento della fuga dai paesi d'origine dove fame, violenze, dittature e guerra hanno creato per loro una condizione infernale. I mediatori culturali che li assistono a Cagliari stanno cercando di spiegare qual è per loro la strada migliore (e unica) da percorrere, diversamente potrebbero essere rispediti in patria. Solo in dieci hanno accettato di farsi identificare e già i prossimi giorni potrebbero partire per Roma e quindi per il nord. Tutti gli altri credono invece che, una volta “schedati” con la registrazione delle generalità e delle impronte digitali, saranno obbligati a rimanere in Italia senza possibilità di oltrepassare le Alpi. La giornata di ieri si è svolta in tutta tranquillità. I profughi, molti dei quali stanno proseguendo la protesta con lo sciopero della fame, si sono riuniti in piccoli capannelli nell'area esterna dell'hotel e nella attigua stazione di servizio chiusa da qualche mese, mentre altri sono andati in giro nelle strade della zona. Le donne hanno invece seguito i loro bambini che giocavano spensierati (loro sì) nel parcheggio dell'albergo, sotto lo sguardo compiaciuto e perfino affettuoso di due poliziotti e di una mediatrice culturale.

Sulla questione migranti è intervenuto anche l’ex governatore Ugo Cappellacci, che ha chiesto a Pigliaru di riferire in Consiglio regionale. «Forza Italia ha chiesto più volte, da ormai due anni, un intervento deciso della Regione affinchè non si accettasse dal Governo un accoglienza dei migranti che, senza razionalità e senza criterio, ma soprattutto senza mezzi adeguati, tradisce ogni finalità umanitaria».

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