Festa della liberazione Pigliaru e Zedda: mai più muri in Europa
A Cagliari corteo guidato da governatore e sindaco Poi il ricordo per i combattenti e gli 8mila deportati sardi
CAGLIARI. Un migliaio di persone in corteo a Cagliari per celebrare il 71/o anniversario della Liberazione dall'occupazione nazifascista. Partito da piazza Garibaldi alle 10 il corteo ha raggiunto il Parco delle Rimembranze. Tante le bandiere: la sfilata era aperta da uno o striscione dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani, poi le bandiere rosse e quelle del Pd,dei Comunisti Italiani, e del Movimento 5 Stelle, dei Quattro Mori e anche della Palestina e della Brigata Ebraica.
Fra i partecipanti il presidente della Regione, Francesco Pigliaru, il sindaco, Massimo Zedda, il prefetto, Giuliana Perrotta. Il momento clou è stato la deposizione della corona d'alloro al Monumento ai caduti. «Fascismo e nazismo hanno una base chiara - ha detto Pigliaru - chiudono nei confronti del diverso in nome di una pretesa purezza. Questa idea folle bisogna combatterla sempre perché si aggira ancora per l'Europa. Mai come quest'anno è doverosa questa celebrazione».
Zedda ha salutato, fra gli altri, i ragazzi: «Il testimone deve passare a loro, altrimenti non ci sarà memoria. Il pensiero va a chi combatte per democrazia e libertà: dispiace molto che ci sia in Europa chi vuole innalzare muri e filo spinato». Il presidente del Comitato 25 aprile, Marco Sini, ha ricordato i 6mila sardi che hanno combattuto con i partigiani e gli 8mila deportati. Sono state consegnate sei medaglie della Liberazione a ex combattenti partigiani e dell'esercito di liberazione. «Questa è memoria civile attiva - ha detto Sini - e trasmissione ai giovani per l'impegno sulle sfide dell'oggi». Il corteo ha proseguito verso piazza del Carmine dove sono stati numerosi gli interventi degli studenti delle scuole che hanno chiesto ancora una volta verità sul caso di Giulio Regeni il ricercatore ucciso in Egitto. L’intervento finale dedicato ai migranti. «La Sardegna - ha detto l'africano Abdou Ndiaye - sta facendo bene la sua parte. Cerchiamo di dare aiuto a chi ha bisogno e sta lottando per la libertà».