La Nuova Sardegna

Il cuoco giramondo si è fermato in Corea

di Gian Carlo Bulla
Il cuoco giramondo si è fermato in Corea

Alessandro Farci da Muravera a Seul: ai fornelli prepara malloreddus, panadas e maialetto

05 giugno 2016
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MURAVERA. In una delle zone residenziali di Seul, la capitale della Corea del Sud, al centro della zona commerciale di Chamsil e quasi ai piedi del “Lotte Tower”, il più alto grattacielo al mondo dopo quello di Dubai, si trova il ristorante italiano “Da Farci”, 52 posti a sedere, a conduzione prevalentemente familiare con 4 dipendenti tutti di nazionalità sud coreana. Il titolare è Alessandro Farci, 52enne di Muravera nato professionalmente nel la scuola alberghiera di Alghero. «Allora non avevo nessun interesse per la cucina – racconta Farci – mi sono iscritto all’alberghiero perché alcuni amici di famiglia mi avevano detto che mi avrebbe consentito di trovare lavoro facilmente. Grazie ai miei docenti, gli chef Salvatore Chessa e Salvatore Del Rio, ho imparato i rudimenti del mestiere e mi sono appassionato alla professione». Alessandro Farci ha incominciato a lavorare nel settore della ristorazione, come aiuto cuoco, nelle stagioni estive al Free Beach Club di Costa Rei, uno degli alberghi più importanti della costa sud orientale. Poi, il trasferimento a Roma dove ha lavorato prima all’hotel Fenix e poi al ristorante “Ar Montarozzo”. «In questi due anni – ricorda – non pensavo che la cucina sarebbe diventata la professione della mia vita. Allora era importante guadagnarmi da vivere”. Dal 1986 al 1992 lo chef di Muravera si è spostato a Monaco di Baviera, in Germania per l’Holiday inn hotel. «In questi anni ho anche lavorato a Saint Moritz e in Val Badia». dopo le montagne, nel 1992 è la volta di Tokio: «Ero stato assunto come cuoco dal ristorante Il Boccalone, uno dei più rinomati della capitale giapponese. Un locale da 77 posti sempre pieno, frequentato prevalentemente dai divi dello sport e dello spettacolo. La gente aspettava fuori, anche con la pioggia, che si liberasse un posto a tavola. Il Boccalone è stato il mio trampolino di lancio. Ho avuto il piacere di lavorare al fianco di Francesco Canzoniere uno chef di fama internazionale che mi ha insegnato tantissime cose. Qui ho avuto grandissime soddisfazioni e ho imparato ad amare un mestiere che prima facevo solo per necessità». Alessandro successivamente ha lavorato in diverse strutture di ristorazione asiatiche: il ristorante Venini di Nagoya, il Grand Intercontinental hotel di Yokohama e Seul, il Renaissance hotel di Seul, il ristorante Milano di Hong Kong e il ristorante Villa Italia di Kuala Lampur. «Nel 2006 – sottolinea Farci – ho aperto a Yuzhno Sakalinsk, nell’estremo oriente russo il ristorante il ristorante italiano “Cippolini” per conto di un magnate russo. Me la sono cavata berne nonostante abbia lavorato in condizioni disagiate. I prodotti, infatti, arrivavano da Mosca dopo due settimane di treno e nave». L’anno dopo Alessandro si è trasferito a Mosca, dove ha soggiornato sino al 2013 lavorando per contro di diverse società russe della ristorazione. Dopo aver girovagato per il mondo nel 2014 Alessandro Farci si è trasferito a Seul, la città di origine della moglie, che ha sposato nel 2000 e che lo ha reso padre di Antonio Young Ha, che ha 15 anni. «Ho conosciuto mia moglie – ricorda Farci – nel 1999 a Seul ed è stato amore a prima vista». Tra i piatti che più piacciono ai coreani ci sono gli spaghetti alla bottarga muraverese, che preparo seguendo le indicazioni di mio padre Antonio. Poi, i malloreddus alla campidanese, la fregola con il granchio, il risotto con le anguille, il maialetto arrosto e l’insalata di polpo con le patate e le seadas, gli spaghetti alla carbonara e le panadas. I coreani apprezzano moltissimo i piatti tipici della cucina sarda, così come tutti gli orientali».

Il cuoco globetrotter ha lavorato in Germania, Francia, Austria, Svizzera, Olanda, Inghilterra, Belgio, Singapore, Hong Kong, Giappone. Filippine, Malesia, Russia, Perù, Corea del Sud ma non è appagato: «La Corea del Sud non sarà la mia ultima meta. Voglio continuare a viaggiare e a conoscere nuovi Paesi fino a quando non raggiungerò l’età della pensione. Voglio trascorrerla nella mia terra, in Sardegna e soprattutto nel mio paese, Muravera».

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