Sughero: l’industria è in ginocchio
I parassiti hanno compromesso la qualità del prodotto e la salute del comparto
SASSARI. La richiesta d’aiuto attraversa tutta la Sardegna. Dalla Gallura alla Barbagia fino al Sulcis. Ci sono aree colpite direttamente dall’infestazione della processionaria, come i boschi del Sulcis e della Barbagia, e zone in cui invece si teme di non riuscire a completare l’approvvigionamento per rispettare gli ordini, come la Gallura. E sono proprio le aree in cui operano i grandi commercianti di sughero che gridano al disastro: «È un dato di fatto: la processionaria causerà un grosso danno economico all’industria del sughero», spiega il sindaco di Calangianus, Gio Martino Loddo, «sono numeri che dovrebbero preoccupare la politica regionale perché si tratta della più importante industria sarda, dopo il turismo». La preoccupazione, dalle parti di Calangianus, è tanta: «Ho convocato un consiglio comunale dentro una fabbrica di sughero. È il nostro elemento distintivo e dà lavoro a centinaia di persone, non possiamo assistere con le mani in mano a una sciagura che si consuma per colpa di un insetto». La Gallura non ha subito l’infestazione, almeno per il momento, ma la rete commerciale comprende anche i territori sardi in cui la processionaria fa davvero paura: «Rischiamo di lasciare strada ai competitor delle nostre aziende», ha aggiunto Loddo, «la produzione del sughero è molto diffusa in Spagna ma soprattutto in Portogallo e il mercato non guarda in faccia nessuno».
Un po’ come la processionaria che sta minacciando il futuro di un’intera comunità. A Oniferi, in provincia di Nuoro, i bruchi sono un incubo: «L’estrazione è ferma, come ha imposto la Regione», ha detto il sindaco, Stefania Piras, «la stagione è compromessa e presto sapremo quanto ci costerà questa emergenza perché siamo passati dall’estrazione di 4mila quintali a zero». Un crollo combattuto anche chiedendo un aiuto speciale: «Il parroco ha benedetto i campi», ha commentato il sindaco.
E se Stefania Piras è pronta a giocare tutte le carte possibili, il commerciante Libero Brau non sa più a che santo votarsi: «Oltre al danno c’è anche la beffa. I produttori hanno venduto il sughero che però non possono estrarre perché c’è il blocco della Regione. La verità è che la processionaria c’è da tanto tempo ma non tutte le piante sono infestate. Ci facciano raccogliere almeno il sughero buono. Solo a Oniferi ci sono 50 persone impiegate in questo settore ma questo non interessa alla Regione perché diversamente si preoccuperebbe della nostra sorte. Invece il sughero è sugli alberi, non lo possiamo raccogliere e se dovesse scoppiare un incendio perderemo tutto». (c.z.)