La Nuova Sardegna

LE REAZIONI»PAESI ASSEDIATI

di Alessandro Farina

SAGAMA. «Uno scenario apocalittico». Giovanni Antonio Cuccui, sindaco di Sagama, ha seguito costantemente quanto accadeva nelle campagne del suo paese. Un incendio, quello scoppiato nell'agro fra...

25 agosto 2016
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SAGAMA. «Uno scenario apocalittico». Giovanni Antonio Cuccui, sindaco di Sagama, ha seguito costantemente quanto accadeva nelle campagne del suo paese. Un incendio, quello scoppiato nell'agro fra Sindia e Sagama, che ha proseguito inesorabile il suo cammino per ore malgrado l’immane sforzo dell’apparato antincendio. Incenerendo terreni, alberi, intere aziende, e mettendo a repentaglio vita e lavoro di soccorritori, allevatori, contadini. Con la vallata che da Sagama raggiunge Scano e Sennariolo trasformata in una immensa caldera vulcanica, a guardare il fronte del fuoco e le alte colonne di fumo che si sono levate fino a sera inoltrata. Impegnando decine di mezzi e uomini a terra di Forestas, vigili del fuoco, Barracelli e volontari - a Scano e Sennariolo gli altoparlanti dei comuni chiedevano ai cittadini di aiutare gli allevatori a spostare il bestiame, si apprende -, mentre dall’aria hanno operato prima quattro elicotteri con il sostegno di due Canadair, che dal pomeriggio sono diventati 4 per cercare di avere ragione di fiamme che si estendevano ancora per chilometri. Decine gli ettari di macchia e bosco arsi dalle fiamme, che hanno inghiottito nel loro tragico percorso di distruzione uliveti, frutteti, vigne, lambendo le periferie di Sagama, Scano Montiferro e Sennariolo.

«Il rogo è partito dalle campagne tra Sindia e Sagama – dice il sindaco –, forse più di un focolaio che ha raggiunto la periferia del paese lambendo il cimitero e le case, per poi dirigersi verso il bosco. Una muraglia di fuoco che viaggiava sulle cime degli alberi, una scena che non dimenticherò mai». Per tutta la mattina Cuccui si è mantenuto in contatto con la sede della Protezione civile a Cagliari e con Fenosu, da cui venivano impartite le disposizioni ai mezzi aerei. «Ho notizia di greggi investite dalle fiamme e di aziende seriamente danneggiate», racconta ancora Cuccui, che si è tenuto in stretto contatto col collega di Scano – dove è stato allestito un posto di comando dei vigili del fuoco – e con il sindaco di Sennariolo. Il fronte dell’incendio, infatti, era arrivato a ridosso del piccolo borgo che si affaccia sulla statale 292 dopo le 18. Quasi un luogo di frontiera, dove il già immane sforzo dell’apparato antincendio ha cercato di fare muro con tutte le forze a disposizione per evitare che le fiamme potessero raggiungere gli uliveti di Cuglieri. Lingue di fuoco sospinte dal vento che fortunatamente si è calmato in serata, dopo le 20. «Oggi la priorità era cercare di fermare le fiamme e salvare persone, aziende, case, beni. Per la conta dei danni aspetteremo domani. Ma considerata la situazione credo che il bilancio sarà molto pesante», conclude amaro Giovanni Antonio Cuccui.

Sul fronte delle forze in campo era presente anche la Shardana soccorso di Cuglieri, con una ambulanza dirottata verso Sagama e un’altra di stanza a Cuglieri, da utilizzare in caso di necessità. E poi i carabinieri che hanno presidiato le strade. Da Bosa, Magomadas e Tresnuraghes sono partiti i pick-up dell’antincendio dei barracelli verso Scano e Sennariolo. Sempre da Bosa una colonna di mezzi e uomini della Croce Rossa, con ambulanze e tutto il supporto necessario alla protezione civile, ha attraversato Tresnuraghes in direzione di Scano, in aiuto nell’evacuazione della casa di riposo, mentre una squadra ha sostato a Sennariolo. Con rientro alla base, una volta cessato l’allarme, solo intorno alle 21.

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