La Nuova Sardegna

ORE DA INCUBO

di Roberto Petretto
ORE DA INCUBO

ORISTANO. Doveva essere una vacanza tranquilla, al fresco dell’Umbria, tra tanto verde, buona cucina e borghi suggestivi. Per una giovane coppia di fidanzati oristanesi la prima notte della vacanza...

3 MINUTI DI LETTURA





ORISTANO. Doveva essere una vacanza tranquilla, al fresco dell’Umbria, tra tanto verde, buona cucina e borghi suggestivi. Per una giovane coppia di fidanzati oristanesi la prima notte della vacanza rimarrà indelebile nella memoria per quel terremoto che li ha svegliati, scossi e spaventati. Eleonora Trogu e Fabrizio Musiu si trovavano a Montefalco, in provincia di Perugia, e la scossa delle 3,36, così come le successive, l’hanno sentita molto bene. E hanno avuto paura.

Ieri hanno rassicurato amici e parenti con un post su Facebook. Poi, nel pomeriggio, raggiunta Roma, hanno raccontato la loro esperienza: «Siamo partiti da Olbia lunedì sera, diretti a Civitavecchia - racconta Eleonora -. Il viaggio è stato piuttosto agitato. Il mare era mosso e abbiamo “ballato” parecchio». Una sensazione che avrebbe provato di nuovo, dopo poco tempo. «Lasciata Civitavecchia siamo passati da Terni, dove abbiamo visitato la cascata delle Marmore. Quindi ci siamo diretti a Montefalco, in provincia di Perugia, dove avevamo prenotato un B&b che era vicino alle località che avevamo in mente di visitare».

Il riposo dopo la notte in mare, prima di iniziare la scoperta dell’Umbria, è stato interrotto bruscamente: «Siamo andati in camera e alle 3 e mezza siamo stati svegliati. Non abbiamo capito subito cosa stesse accadendo. Dapprima abbiamo avuto la sensazione di essere ancora in mare, che tutto quel movimento fosse l’effetto del mare agitato. Poi abbiamo realizzato dove ci trovavamo, siamo balzati in piedi e siamo usciti nel corridoio dove abbiamo trovato anche gli altri ospiti. Eravamo tutti spaventati, nessuno aveva mai vissuto un’esperienza simile».

La scossa è durata a lungo, poi si è fermata: «Quando c’è stata una pausa siamo rientrati in camera. Mentre cominciavamo a prepararci, è arrivata la seconda scossa».

Una tortura insopportabile, soprattutto per chi non ha mai vissuto quell’esperienza: «Dicono che fosse meno forte della prima, ma noi l’abbiamo sentita ugualmente perché aveva un diverso epicentro ed era più vicina a noi».

Restare in camera era ormai diventato insopportabile: «Abbiamo finito di vestirci in fretta furia – continua Eleonora –, siamo scesi e abbiamo preso la macchina per andare in paese, che si trovava poco distante dal nostro B&b. Abbiamo vagato per un po’, faceva anche molto freddo ed eravamo spaventati, anche se lì non ci sono stati crolli. E le scosse continuavano, più leggere certo, ma si avvertivano».

Ormai la vacanza in Umbria era sfumata: «Alle 9 del mattino abbiamo deciso di andare via. I proprietari del B&b hanno tentato di convincerci a restare, ma non ce la siamo sentita. Oggi avevamo in programma di andare a Norcia, abbiamo deciso di spostarci. Ora siamo a Roma e per arrivarci abbiamo dovuto seguire dei percorsi alternativi: alcune strade erano chiuse, altre erano state riservate ai soccorsi». Quella notte lascerà il segno: «Siamo ancora traumatizzati: un’esperienza del genere sino a quando non la provi non la puoi capire minimamente».

Primo piano
Il ritratto

Incidente stradale ad Alghero: chi è la vittima

Le nostre iniziative