Don Sini: «Scelta discriminatoria»
I parroci mettono in evidenza come le due pratiche siano previste dalla Chiesa
OLBIA. Per i defunti poveri resta solo la cremazione. Il Comune paga per questo servizio, ma se i parenti vogliono la tumulazione o inumazione devono versare la differenza di prezzo. L'economicità del servizio prevale sulle consuetudini, anche se due dei parroci più conosciuti a Olbia spiegano che da un punto di vista religioso non cambia nulla. Resta solo il rammarico per una scelta che da un punto di vista sociale non convince. «La vedo come una cosa un po’ discriminatoria, che condiziona chi vorrebbe una sepoltura ma non è nelle condizioni economiche di pagarla – spiega Don Gianni Sini, parroco della chiesa Nostra Signora De La Salette –. Va detto che il Comune comunque paga e noi facciamo sempre il funerale come dovere cristiano. Anche quando ci chiedono di benedire l'urna con le ceneri del defunto».
Anche se la scelta economica spesso prevale su quella interiore. «Sta avvenendo che molti scelgano la cremazione non per convinzione religiosa, ma per risparmiare sui costi – spiega ancora Don Sini –. Noi comunque non escludiamo nessuna scelta, a patto che il defunto dimostri di credere nella vita eterna». Sulla stessa linea di pensiero anche Don Andrea Raffatellu, parroco della Sacra Famiglia a Olbia. «Per la Chiesa cremazione e inumazione sono la stessa cosa, cambia la percezione sociale per il destino dei poveri e meno fortunati – spiega il sacerdote –. Purtroppo questa del Comune, che pure assiste per le spese della cremazione, mi pare una scelta che metta un po’ in secondo piano gli indigenti, che restano ultimi anche nella morte».
La cremazione rischia così di diventare sempre più un'esigenza economica. «Qualche richiesta in più la stiamo ricevendo, c’è un rituale apposito e per noi non fa differenza – sottolinea Don Raffatellu –. Il defunto sempre polvere diventa, anche se la scelta sociale del Comune penalizza i poveri. Che restano sempre gli ultimi». (g.d.m)